La sconfitta del centrodestra in Liguria analizzata da Luigi Morgillo
L’esperienza maturata in numerose elezioni ed il privilegio di potere valutare i risultati da semplice osservatore mi consentono di analizzare i risultati elettorali di questa ultima tornata con grande serenità e, spero, obiettività.
A livello nazionale, soprattutto nelle grandi città, spariscono i 5 stelle e si rafforza il PD che ottiene i sindaci di tutte le più grandi città.
Il deludente risultato della coalizione di centrodestra è da attribuire a mio avviso soprattutto alla rinuncia al voto di una gran parte dei suoi elettori, delusi per la mancata coesione dei partiti appartenenti a quell’area politica. Non vi è dubbio che all’interno della coalizione le opposte prese di posizione dei differenti schieramenti sulle politiche governative e sulle questioni legate alla pandemia, all’Europa, sui vaccini e sul green pass abbiano pesato notevolmente sull’astensionismo di centrodestra e sui relativi risultati.
Personalmente non condivido chi individua il problema della sconfitta nei comuni alla scelta dei candidati nel centrodestra o alla tardiva scelta degli stessi, vorrei a tal proposito ricordare che nei momenti in cui la coalizione ha avuto il vento in poppa è riuscita a fare eleggere e primeggiare anche candidati poco conosciuti e mandati in campo all’ultimo minuto utile.
Bucci a Genova nel 2017 è stato mandato in campo dopo estenuanti trattative e al momento delle elezioni era un semplice presidente di un’azienda regionale (Liguria Digitale) ma ha comunque vinto il ballottaggio con largo margine di vantaggio sull’avversario di sinistra e ha saputo poi con l’ottimo lavoro svolto conquistarsi la stima e la fiducia dei genovesi.
Il comune ligure più grande e, quindi più rilevante, andato al voto in questa tornata, è stato Savona dove, dopo 5 anni di governo del centrodestra, il centrosinistra è tornato ad insediarsi.
Francamente non ho compreso le ragioni che hanno spinto i partiti del centrodestra a non riconfermare la sindaca uscente, ma soprattutto a non rivendicare il buon lavoro fatto da quella amministrazione che, va ricordato, ha preso in mano un comune quasi fallito e lo ha riconsegnato con i conti in regola.
Non voglio sfuggire dall’analizzare anche il voto nella provincia spezzina dove ho sempre operato e ricoperto incarichi. Bene qui per lo più si è votato in piccoli comuni fatta eccezione per Santo Stefano Magra.
In quest’ultimo comune si è riconfermata l’egemonia della sinistra che dal dopoguerra ad oggi guida l’amministrazione di questa realtà. Negli altri comuni non si sono registrati cambiamenti degni di nota, fatta eccezione per Ameglia dove ha vinto il candidato del centrosinistra di stretta misura sul centrodestra ed è difficile dare una valutazione politica trattandosi di pochi voti di differenza in un piccolo comune, a meno che non si voglia sottolineare che questo è il centro dove votano il presidente della Regione e un assessore regionale che a mio avviso sono le persone più interessate a fare una analisi più approfondita.
Credo che in previsione dell’appuntamento elettorale del prossimo anno il centrodestra non debba assolutamente sottovalutare il risultato della recente tornata elettorale e mettersi da subito al lavoro.
Nel 2022 saranno chiamati al voto più della metà degli elettori liguri: andranno ad elezione 3 comuni con più di 15.000 abitanti (Genova, Spezia e Chiavari). In totale si voterà in 19 comuni tra i quali i due più grandi per popolazione della Liguria.
Per affrontare la grande sfida che ci aspetta le forze politiche del centrodestra ligure devono anteporre l’interesse della coalizione a quelli dei singoli partiti.
La partita si vince se si arriva prima del centrosinistra e non se dentro la coalizione primeggia questo o quel partito. Secondo segnale che bisogna cogliere dall’esperienza delle ultime elezioni è quella di favorire il “Civismo” che potrebbe portar via qualche voto anche ai partiti della coalizione, ma che è in grado di intercettare l’altissima quantità di voti in libera uscita e di indecisi.
Occorre partire con un lavoro su base regionale: soprattutto per i comuni più grandi deve esserci una unica cabina di regia. Si stabiliscano i criteri per la scelta dei candidati e si parta dalla valutazione oggettiva dei risultati ottenuti nelle amministrazioni uscenti governate dal centro destra. Bisogna che ognuno sia libero di esprimersi e di fare proposte, ma le decisioni si prendano poi a larga maggioranza, evitando la logica del ricatto o del dispetto.
Ai sindaci di Genova e di Spezia va riconosciuto il merito storico di avere interrotto l’egemonia della sinistra su quelle amministrazioni, ma esprimo anche il mio apprezzamento personale per come hanno saputo amministrare, seppure tra mille difficoltà ereditate e nel periodo più difficile della vita del nostro Paese negli ultimi 100 anni.
I meriti dei sindaci vanno condivisi con le intere amministrazioni e con i gruppi consiliari che li hanno sostenuti. Ed è per questo che sarebbe un vero peccato non ripartire da queste esperienze rimodulandole nel caso ci fosse bisogno e rafforzandole con nuove energie che nel frattempo possono essere emerse, ma senza buttare via il bambino con l’acqua sporca come qualcuno sta immaginando di fare.
Luigi Morgillo
Ex assessore Regione Liguria
Ex vicepresidente Consiglio regionale