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Una piazza per don Gallo

Don Gallo

Venerdì 18 luglio, a partire dalle 18, si inaugura l’area in compagnia di Dori Ghezzi. La scelta della data non è casuale,

infatti il 18 luglio del lontano 1928 è nacque il prete di strada.

Finalmente la piazza più grande del Ghetto di Prè, dove il sole del Buon Dio non dà i suoi raggi, dietro la via del Campo di Fabrizio De Andrè, avrà un nome: piazza Don Gallo.

L’ufficialità è arrivata lo scorso ottobre quando la commissione Toponomastica e la Giunta del Municipio Centro Est hanno approvato la proposta di intitolare una piazza del Ghetto di Prè a Don Gallo, una personalità significativa non solo per la città, ma per il luogo stesso. «Una figura umana, culturale e religiosa di rilievo nazionale che ha saputo interpretare lo spirito solidale della città, impegnandosi sempre accanto agli ultimi», per usare le parole che l’assessora Elena Fiorini, delegata ai servizi civici e alla toponomastica, aveva speso allora per motivare la scelta.

«È la piazza più grande del Ghetto di Prè – aveva proseguito Simone Leoncini, presidente del Municipio Centro Est – ma, a quanto pare, era stata dimenticata. Dimenticata fino a quando, pochi anni fa, si sono avviati gli importanti interventi di riqualificazione urbanistica e sociale del Ghetto. Questo percorso è stato animato da un movimento di cittadini e terzo settore che ha portato anche alla nascita della casa di quartiere Ghett Up, di cui la Comunità di San Benedetto al Porto è capofila. Grazie a Don Gallo quegli ultimi, che spesso abitano il Ghetto, sono diventati protagonisti del cambiamento, per dare una piena vivibilità ai vicoli».

La piazza si va ad aggiungere a un altro spazio cittadino dedicato al prete, la scuola Garaventa Don Gallo in piazza delle Erbe, aperta dallo scorso 27 gennaio.

Anche in questo caso si tratta di un doveroso omaggio al prete di strada, che nel 1960 ha ricoperto il ruolo di cappellano della nave-scuola Garaventa, il riformatorio giovanile realizzato a fine ’800 a bordo di una grande imbarcazione da Nicolò Garaventa noto per la sua impostazione educativa basata su fiducia e libertà più che sui metodi repressivi.

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