Sviluppo economico, 18,5 milioni per chi investe e assume in Liguria
“Pronti 18,5 milioni di euro per le piccole e medie imprese liguri che investono nelle aree di crisi industriale non complessa per crescere e sostenere l’occupazione”. Ad annunciare la nuova misura, varata dalla Giunta regionale, sono il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti e l’assessore allo Sviluppo economico Andrea Benveduti.
Il nuovo strumento, che rientra nell’azione 3.1.1 e 3.2.1 del Por Fesr Liguria, prevede un’agevolazione che combina risorse a fondo perduto con prestiti rimborsabili.
“Continuare a difendere le competenze del nostro tessuto economico, accelerando al contempo la crescita di settori che possono vedere la nostra regione protagonista nel prossimo futuro, è la sfida che ci siamo posti nel calibrare le rimanenze della programmazione comunitaria 2014-2020 – spiegano Toti e Benveduti – Anche per questo secondo intervento in tema di aree di crisi industriale non complessa, che si affianca a quello specifico per la Val Polcevera attivato a marzo scorso, abbiamo mantenuto una premialità a quelle imprese che agli investimenti affiancano una crescita occupazionale. È anche grazie a provvedimenti come questi che si sostiene la ripartenza del nostro territorio”.
Possono presentare domanda quelle attività, di piccola o media dimensione, specializzate nel settore dell’attività estrattiva, manifatturiera, logistica, alberghiera o di gestione della raccolta di rifiuti industriali e commerciali, che intendano aumentare i livelli occupazionali a seguito di investimenti su edifici, impianti produttivi, macchinari, attrezzature, hardware e software.
Il provvedimento fa parte del pacchetto da 23,5 milioni di euro previsto dal protocollo d’intesa sottoscritto tra Regione Liguria, le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil Liguria e Confindustria Liguria per il rilancio industriale e la salvaguardia dei livelli occupazionali nelle aree di crisi industriale non complessa.
“Apprezziamo il metodo di confronto preventivo con le organizzazioni sindacali che ha già prodotto risultati tangibili, vincolando gli incentivi pubblici alla quantità di assunzioni stabili - affermano Fulvia Veirana, Luca Maestripieri, Mario Ghini, segretari generali Cgil, Cisl, Uil Liguria - Con le risorse sarà necessario anche provvedere alla massima attenzione alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Abbiamo bisogno per il territorio di nuove assunzioni a tempo indeterminato per creare occupazione, certo, ma anche fiducia nella ripresa e nelle possibilità del territorio”.
“L'esperienza positiva – aggiungono - del bando sui 5 milioni della Val Polcevera, con la creazione di 96 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato, ci fa ben sperare per questo nuovo bando da 18,5 milioni che abbiamo ulteriormente migliorato. Ci auguriamo che le imprese sappiano rispondere con altrettanta attenzione, nella convinzione che si genera vera ripresa solo se si crea occupazione stabile”.
“Come Confindustria Liguria – dichiara il presidente Giuseppe Zampini - apprezziamo l’intervento proposto e le logiche che lo sostengono. Da parte nostra, siamo fin d’ora a supporto delle aziende che vorranno cogliere questa importante opportunità”.
Si ricorda che, secondo la delibera di giunta del 28 ottobre 2016, rientrano nelle aree di crisi industriale non complessa i comuni di Genova (aree portuali, parte della Val Polcevera, aree di Cornigliano, Erzelli, entroterra di Voltri), Borzonasca, Carasco, Chiavari, Cicagna, Cogorno, Coreglia Ligure, Favale di Malvaro, Lavagna, Leivi, Lorsica, Mezzanego, Moconesi, Ne, Neirone, Orero, Rezzoaglio, San Colombano Certenoli, Santo Stefano d'Aveto, Tribogna, Casarza Ligure, Castiglione Chiavarese, Borgomaro, Caravonica, Chiusanico, Chiusavecchia, Dolcedo, Pieve di Teco, Pontedassio, Pornassio, Prelà, Rezzo, Vessalico, La Spezia, Arcola, Bolano, Santo Stefano di Magra e Follo.
Le domande di ammissione ad agevolazione devono essere redatte esclusivamente online sul sistema "Bandi on line" dal sito internet Filse, dal 21 settembre all’8 ottobre 2021.
Il bando ha una retroattività al 1° gennaio 2021, con riferimento a interventi avviati a partire da tale data e non ancora conclusi.