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Il porto e le sue evoluzioni: focus on industry 4.0, processi e competenze

Francesco Maresca, assessore al porto di Genova

Nei Magazzini dell’Abbondanza si è svolta questa mattina la tavola rotonda sul porto e le sue evoluzioni incentrata sull’industria 4.0., nell’ambito degli eventi organizzati dal Blue District sull’aspetto innovativo della blue economy.

«Il confronto sull’innovazione e la digitalizzazione dei processi della logistica e della portualità è indispensabile per fare quello scatto in avanti che porti le nostre comunità portuali al passo con i tempi e con i competitors internazionali – ha detto Francesco Maresca, assessore allo Sviluppo economico portuale e logistico – da tempo richiamiamo l’attenzione del governo sulla necessità delle infrastrutture immateriali, indispensabili per la velocizzazione e l’efficientamento dei processi e auspichiamo che, con il Recovery Fund e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza PNRR, si possano fare investimenti che abbiano questi obiettivi di crescita e di sostenibilità ambientale. La digitalizzazione dell’intera filiera logistica porterebbe enormi benefici non solo agli operatori economici ma anche ai territori: pensiamo al decongestionamento dei centri abitati con flussi più efficienti per il traffico merci. Inoltre, dall’innovazione si generano nuove competenze e quindi nuova occupazione ad alta specializzazione per i nostri giovani in stretta sinergia tra mondo della ricerca e imprese».

Il direttore generale di Spediporto Giampaolo Botta riflette così sul mondo dell’occupazione nel settore dei traffici marittimi: «Il futuro della logistica è strettamente legato alla capacità che la logistica stessa avrà di sapersi adattare non solo al commercio internazionale ma soprattutto all’evoluzione delle nuove tecnologie che ormai sono diventate padrone della scena internazionale per la grande rilevanza che hanno assunto i grandi players dell’e-commerce. La sfida digitale ci porta a confrontarci con le tecnologie nuove come big data, intelligenza artificiale, robotica, block chain, droni, 5G e altri. Dobbiamo, dunque, meditare sulle valutazioni che fanno, ad oggi, i grandi analisti in relazione all’impatto che queste nuove tecnologie avranno, non solo nel settore della logistica ma, in generale, nel mercato internazionale. I dati di McKinsey e Pwc sulle prospettive di inoccupazione globale, a seguito dell’automazione, sono inquietanti: il 47% dell’occupazione USA è a rischio, mentre il 44% degli europei, in età lavorativa, non ha le competenze di base per mantenersi attrattivo sul mercato del lavoro per come si sta delineando. Ma Genova ha tutti gli ingredienti per diventare un modello a livello nazionale, un laboratorio di sperimentazione formativa e aggiornamento professionale».

«Transizione, sostenibilità e infrastrutturazione se non accompagnati da una visione concreta dei cambiamenti nel lavoro e sulle persone rischiano di essere investimenti sterili. Portualità e logistica sono comparti compositi sempre più interconnessi: abbiamo un’opportunità irrinunciabile per valorizzarli attraverso la crescita professionale dei nostri collaboratori e l’inserimento di nuovi profili. – ha sottolineato Alessandro Ferrari, direttore di Assiterminal - Se non vogliamo tradire lo slancio del Next Generation EU dobbiamo agire come un unico sistema con partner come Gi Group ma anche con gli ITS e portare la politica e le istituzioni a ragionare insieme alle imprese per investire su progetti concreti».

«La transizione verso filiere logistiche e distributive sempre più digitalizzate e automatizzate sta abilitando nuovi modelli organizzativi, operativi e di business. Il limite principale per la transizione digitale del settore è dato oggi più dalla carenza di skills specifiche che dalla mancanza di soluzioni tecnologiche o dalla capacità di investimento da parte delle aziende: la rivoluzione 4.0 si rivela essere legata alla capacità di governare le risorse umane prima ancora che le tecnologie. Tutti gli operatori del settore logistico e distributivo devono chiedersi come ottenere flessibilità a livello strategico prima che operativo, adottando soluzioni per la formazione di skills, in ingresso e in ottica di continuous learning, che le rendano capaci di adattarsi continuamente alle evoluzioni del mercato» è intervenuto Michele Savani, division manager logistics Gi Group.

Nel suo contributo Cristina Reduzzi, division manager industrial machinery & industry Gi Group, ha approfondito il tema industry 4.0, analizzando gli andamenti evolutivi del mercato e socioculturali per la blue economy e illustrando anche le novità che interessano la gestione del capitale umano in aderenza al mutato concetto di leadership: «Incontrarci in questi spazi e dare vita ad eventi attuali e concreti è un’importante occasione per avviare percorsi con tutti i partner del territorio, perché siamo sempre più convinti che per favorirne lo sviluppo e la crescita sia fondamentale la collaborazione tra diverse realtà che intercettano mondi diversi. Per questo motivo si rende necessario andare a fondo nell’attuale definizione di Industria 4.0, comprenderne gli andamenti del mercato socioculturali per la blue economy e focalizzare l’attenzione alla gestione del capitale umano partendo dal mutato concetto di leadership», ha commentato Reduzzi.

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