Idrovolanti, il “decollo” di One Aviation-A Seaplane Company
La data del decollo per la compagnia aerea di idrovolanti, unica del genere, è stato il 29 giugno alle 14 quando si è ufficialmente costituita, secondo programma. Si chiama “ONE Aviation – A Seaplane Company”.
“E’ stato un incredibile lavoro di squadra con i soci e con tutti i professionisti, che ci hanno seguito e consigliato in tutti questi mesi”, afferma un raggiante Berry Paolini, ceo della società. “Ora inizia la parte di costruzione tecnico-operativa vera e propria – informa – dopo che in 5 mesi sono riuscito a creare un team di professionisti di altissimo livello in tutti quelli che sono gli ambiti di una società che deve operare aeroplani anfibi e idrovolanti in un territorio benedetto dal punto di vista orografico e climatologico, cosi come industriale e turistico, ma che, nello stesso tempo, è totalmente privo di cultura aeronautica recente”. Recente, spiega Paolini, in quanto storia passata di idrovolanti il Golfo della Spezia, dove la società ha base, ne ha moltissima.
“I professionisti di questo affiatatissimo team hanno esperienze che vanno dai 20 ai 40 anni come me e hanno conoscenze e titoli talmente specifici che, uniti all’esperienza sul campo, costituiscono il vero e proprio valore aggiunto di ONE Aviation – A Seaplane Company”, sottolinea il ceo. Che indica pure come “avvalendosi anche della collaborazione di professionisti esterni sta lavorando letteralmente giorno e notte per poter far ottenere a ONE Aviation il COA, Certificato di Operatore Aereo, che autorizza ufficialmente la Compagnia ad operare commercialmente nel trasporto di passeggeri e merci”.
Tre gli elementi imprescindibili: “le conoscenze tecniche – afferma Benny Paolini – perché quando parliamo di aviazione non credo sia pensabile mettere dirigenti che arrivano da esperienze completamente incompatibili ed estranee a questo particolare settore industriale; la passione, perché’ senza passione non si va da nessuna parte.
I dirigenti parleranno con enfasi del progetto; importante per tutti noi mantenere alimentata questa fortissima spinta interna, che deve “contaminare”, come già’ succede regolarmente i nostri interlocutori. Infine il teamwork, il lavoro di squadra, che caratterizza il mio gruppo. Il lavoro di squadra infatti, non significa solo lavorare bene in gruppo, ma esprime una vera e propria filosofia che abbiamo fatto nostra e che ci condurrà in questa nostra fantastica impresa”.
Il progetto si tradurrà in “forte leva economica per tutta la nostra provincia e regione, si sta creando qualcosa di completamente nuovo nel panorama aeronautico e marittimo italiano”, assicura Paolini. “Il lavoro sarà veramente massivo, sotto tutti i punti di vista, organizzativo, procedurale, e tecnico. Saremo infatti a stretto contatto con tutte le autorità, Enac in testa, per creare una sinergia che ci permetta di mettere a disposizione del nostro Paese questo tipo di attività’ con il più alto livello di sicurezza possibile”.
Il progetto nasce alla Spezia, con Genova come base di supporto manutentivo, con idea di espanderlo a tutto il resto d’Italia. “Vorremmo infatti rappresentare per il nostro Paese un fiore all’occhiello in questo preciso settore industriale e turistico e anche un riferimento a livello europeo”, prosegue Paolini. Pilota con quasi 40 anni e circa 20 mila di volo, che per ottenere l'obbiettivo conta sulla sua compagna di vita, moglie e ora anche partner nel progetto, Annalisa Dubla.
L'utenza della Compagnia sarà di imprenditori e armatori che, sostiene Paolini, “potranno utilizzare i nostri aerei per essere portati direttamente a bordo delle loro barche e viceversa; dei manager che potranno spostarsi in tempi ridicoli rispetto alle attuali combinazioni di auto, navi, treni, terminal aeroportuali. Sarà possibile per tutti imbarcarsi direttamente alla Spezia da vari punti di imbarco per volare direttamente verso la destinazione prescelta, sia essa una spiaggia, un qualunque punto delle coste italiane, francesi, croate e greche che abbia un molo, un lago oppure in qualsiasi aeroporto per prendere una connessione intercontinentale. I nostri aerei sono anfibi, quindi potremo atterrare normalmente su qualunque pista come un normale aereo”.
Dino Frambati