Scajola avvocato a sua insaputa
Un giornalista de "La Stampa", Guido Ruotolo, ha telefonato a Dubai ad Amedeo Matacena.
Credeva di trovarlo su di giri perché la Cassazione gli ha tolto due anni di galera: da 5 a 3. Invece era arrabbiato perché credeva di aver diritto alla prescrizione. Ma l'ex deputato è avvilito soprattutto perché sua moglie Chiara Rizzo è ancora detenuta nel carcere di Vibo Valentia. Claudio Scajola, nonostante le accuse ben più gravi, ha lasciato Regina Coeli. E Matacena è convinto che la faranno uscire solo se lui si costituirà. E lui giura di avere le valigie pronte, ma prima vuole che la consorte venga liberata.
Il cronista, alla fine dell'intervista, ha posto a Matacena questa domanda: "E' normale che un amico, un ex ministro, Scajola, aiuti un latitante?" E Matacena: "Non sono un latitante. Da quando sono arrivato a Dubai, ad agosto scorso, sono a disposizione delle locali autorità, con passaporto ritirato, in attesa che si definisca la pratica di estradizione richiesta dall'Italia. Scajola non mi ha aiutato ad andare via, né avrebbe potuto, né io avrei accettato se me l'avesse proposto. Ritengo che questo ex collega, avvocato ed amico, si sia interessato al mio caso e credo lo potesse fare in tale veste".
Così Amedeo Matacena. Ma è male informato. Claudio Scajola non è avvocato. Si è laureato in giurisprudenza a 50 anni suonati, ma non ha mai dato l'esame da procuratore perché non intendeva certo cominciare a fare il praticante legale a quell'età. A meno che non sia stato nominato avvocato a sua insaputa. Da Scajola c'è da aspettarsi di tutto...
Elio Domeniconi