La tragicommedia di Scajola
Rosa Criscuolo
Claudio Scajola è su tutti i giornali. Pagine e pagine.
IL TESORO
Titolo de "Il Messaggero": "Scajola, un tesoro da 50 milioni". Poi uno legge l'articolo di Sara Menafra è di Matacena e non di Scajola: "Ad aiutarlo a far sparire quei soldi per poi usarli al momento della latitanza, avrebbe lavorato anche l'ex ministro di Interni e Sviluppo economico Claudio Scajola. Che avrebbe avuto la possibilità di intervenire sul conto corrente presso la Camera dei deputati".
Scajola quindi potrebbe essere accusato di riciclaggio. Mentre a leggere il titolo sembra che quei 50 milioni (100 miliardi di vecchie lire!) siano suoi.
IL VESTITO
Sempre su "Il Messaggero", articolo di Cristiana Mangani ("L'ex ministro in cella in abito blu"): "Giacca e pantaloni blu, camicia sbottonata e Church ai piedi. La cravatta no, quella te la levano insieme con la cinta e i lacci delle scarpe, per evitare che possano farsi del male. Claudio Scajola sembra fermo al momento in cui la Dia l'ha prelevato in casa".
Ma come: un quotidiano romano non sa che Scajola non è stato arrestato in casa ma nell'albergo Imperiale di Via Veneto?
IL CONGIUNTIVO
Sempre la Mangani, dopo aver ricordato che dei vecchi compagni di partito è andato a fargli visita in carcere solo Sandro Bondi, ha raccontato del suo incontro sempre a Regina Coeli con Lucio Barani, senatore Gal (Grandi autonomie e libertà): "Il senatore Gal lo saluta, deve continuare il suo giro. Prima di lasciarlo, però, l'ex ministro ha un'unica richiesta: "Una cortesia - gli dice - chiami mia moglie e la avverti di portarmi un paio di scarpe comode? Non ne posso proprio più di queste così rigide e dure".
Meglio un paio di scarpe da ginnastica. E magari una tuta.
LA SOUBRETTE
Il gossip (il solito Dagospia) mette accanto a Scajola un'altra avvenente fanciulla: Rosa Criscuolo, ex soubrette, ex Pd, ora FI. Ma lei, intervistata da Giuseppe Crimaldi de "Il Messaggero": "Ma quale mistero, che liason? Claudio Scajola l'ho conosciuto solo un paio di mesi fa e con lui ci siamo visti per parlare delle cose che non vanno in Forza Italia in Campania. Altro che Dolce Vita romana. Mi hanno fatto diventare la Candy Candy di Forza Italia..."
LA CENETTA
Per incontrare Scajola (e parlare di politica) la Criscuolo aveva preso una camera "lontana da quella di Scajola" all'Hotel Imperiale. Un aperitivo al bar dell'albergo. Poi la cenetta in camera di lui, "per evitare che qualcuno vedendoci in un ristorante montasse una storia. .. Ci sembrava più opportuno anche perché così avremmo potuto parlare meglio delle cose politiche che ci stavano a cuore. Il nostro era e resta solo un rapporto politico. E me ne guarderei bene". "Io non ho una relazione con l'ex ministro, potrebbe essere mio nonno...(ride ndr). Sa com'è, fino a Cosentino potrei anche arrivare, ma a Scajola no, per favore".
LE SCALOPPINE
A Giovanna Cavalli del "Corriere della sera" Rosa Criscuolo "agguerrita e procace avvocato matrimonialista, napoletana, fondatrice dei forzisti pro Nicola Cosentino ha raccontato altri particolari: "Adesso diranno che porto male, li arrestano tutti".
Il menù: "Scaloppine al limone. Niente vino, sono astemia. E lui guardava un film alla tv, una storia di avvocati, era molto preso".
Ma se Scajola vedeva un film come hanno potuto parlare di politica?
IL DOPOCENA
Niente dopocena. Sempre alla Cavalli: "No grazie, la scaloppina se ne scende da sola. Lui era alla 213, io alla 203, non mi alzo di notte per correre da Scajola, non è cosa, è un tipo quieto, serio e un poco andato con l'età. E aveva un fortissimo mal di testa, forse il presentimento”.
"Mi ha svegliato la Dia il mattino dopo. Mi ha fatto pena. Preciso e metodico com'è, quello là dentro esce pazzo".
I maligni si chiedono: ma se lei era lì per suo conto, in un'altra stanza, perché quando sono arrivati in albergo per arrestare Scajola gli agenti della Dia sono andati ad avvisare anche lei?
Questa tragicommedia ha ancora tanti punti oscuri.
Elio Domeniconi
