Impresa e commercio, la grandezza della piccola attività
Uno dei motivi principali per i quali l'Italia non decolla economicamente è la cultura da anni '50, rimasta tale, che l'imprenditore medio- piccolo è un nemico della Patria, quando invece ne è salvatore. L'economia nazionale è basata su questo ceto medio produttivo, che è perno centrale. Mediano tra la grande industria e la classe operaia di antica memoria; è quello che ha fatto grande il Bel Paese, con un lavoro capillare, intenso, quotidiano e che ha sempre risposto a tutte le difficoltà sociali e materiali della società senza chiedere niente a nessuno e tirandosi su le maniche, avendo inventiva in tutte le circostanze.
Diceva Winston Churchill: “alcune persone vedono un'impresa privata come una tigre feroce da uccidere, altri come una mucca da mungere, pochissimi la vedono come è in realtà: un robusto cavallo che traina un carro pesante”. Frase che si adatta perfettamente alla realtà nostrana ma dimenticata da demagogia, burocrazia, cattiva politica. E per questo occorre sottolineare come ci siano tantissimi motivi da parte del pubblico per fare acquisti presso negozi, di vicinato, artigiani e simili. Garanti, oltretutto, di servizio accurato e personalizzato alla clientela.
Riflessioni che mi ispira un comunicato di Confartigianato, che informa come la spesa di Natale valga 727 milioni di euro. Cifra che spendono le famiglie liguri nel mese a dicembre per beni e servizi legati alla festività.
Alimentari e bevande, gioielli, abbigliamento, prodotti tessili, utensili per la casa, giocattoli, articoli sportivi, beni e servizi per la cura della persona, alcuni dei prodotti più gettonati secondo l'ampia elaborazione dell'Ufficio studi di Confartigianato su dati Istat, che indicano in quella ligure il 3% della spesa nazionale stimata, a dicembre, di 24,5 miliardi di euro. Prima la Lombardia, con quasi 4,4 miliardi, seguita da Lazio con 2,5 miliardi, e Campania, a quota 2. La Liguria è undicesima.
La provincia di Genova, informa l'Ufficio studi Confartigianato, ne vale 399; Savona 131 e 99 sia l'imperiese che lo spezzino.
La stima si basa sui dati regionali di spesa mensile delle famiglie inerente il Natale: prodotti alimentari e bevande analcoliche, bevande alcoliche, abbigliamento, calzature, mobili e arredi, tappeti e altri rivestimenti per pavimenti, articoli tessili per la casa, cristalleria, stoviglie e
utensili domestici, utensili e attrezzature per la casa e il giardino, giochi, giocattoli e hobby, articoli sportivi, libri, articoli di cartoleria e materiale da disegno, beni e servizi per la cura della persona e gioielleria ed orologeria.
Si basa su dati 2019 e quindi non tiene conto della crisi Covid-19.
In Liguria sono 7.148 le microimprese artigiane, il 22,1% del totale ligure, che danno lavoro a 18.814 addetti, che costituisce il 25,8% del totale regionale. A Genova e provincia sono 3.586 per circa 10 mila addetti. Savona ne conta 1.531 per 3.759 addetti. Imperia 1.082 e 2.488 occupati, l'area spezzina 950 con 2.507.
“Anche con le limitazioni dovute al Covid-19 l’artigianato ligure è sempre vicino ai propri clienti – ha detto Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – in questi mesi le nostre microimprese hanno saputo fare di necessità virtù, attivandosi su canali alternativi di vendita, intensificando l'e-commerce e le consegne a domicilio. In questo modo, è sempre possibile comprare un prodotto o un servizio artigiano, garanzia di qualità, tradizione e affidabilità, anche senza recarsi nel luogo in cui è localizzata l'impresa”.
Dieci i motivi per acquistare artigiano, spiega l'ente di categoria: “valore del lavoro, qualità delle materie prime e lavorazioni a regola d'arte, ma pure ascolto del cliente e la personalizzazione del prodotto; la cultura secolare della manifattura artistica e della rielaborazione dei materiali; l'alta creatività, innovazione e originalità; la consulenza e il supporto diretto per installazioni e riparazioni; l'attenzione alla domanda di prossimità, con una conoscenza del mercato del locale; la remunerazione del lavoro sul territorio; il gettito fiscale necessario a garantire il sistema di welfare”.
Dino Frambati