Il crollo del Morandi, 25 mesi dopo. Possetti: “Le colpe morali”
Le pubblicazioni di alcune testimonianze sull'inchiesta su ponte Morandi, inducono a riflessioni. Molto amare: il rischio crollo non era sconosciuto e sarebbe stato palese a partire dal 2014. E se non è stato fatto nulla, non è escluso sia avvenuto perché c'era una questione di esborsi: chi avrebbe dovuto farli?
Se così fosse sarebbe un dramma nel dramma ed una vergogna senza fine.
Ad indicare tutto ciò è una lunga nota a firma di Egle Possetti, presidente Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi che ogni giorno si impegna affinché questa tragedia italiana, sia presente nella vita nazionale com'è giusto che sia.
“Siamo certi quindi ora che il rischio non fosse teorico ma la decisione su chi dovesse pagare queste manutenzioni ha fatto bloccare gli interventi, diciamo si è fatta melina - dice la donna - Tutti sapevano del rischio crollo nella società, questo pare emergere, ma nessuno ha preso sul serio le valutazioni effettuate negli anni, o per meglio dire forse si sono cercate scappatoie all’esborso milionario per la risoluzione di questo rischio”.
“Chi gestisce un’infrastruttura deve mantenerla in efficienza punto e basta - insiste la Possetti - e non può permettere che crolli. La gestione di certo deve essere sempre fatta con la necessaria diligenza del buon padre di famiglia, se come gestore sono in difficoltà anche per motivi burocratici devo fare tutti i passaggi anche pubblici, visto che le possibilità di farmi sentire tramite organi di stampa non mi mancano, non devo stare zitto se le responsabilità non sono mie, devo fare un “caos infernale” affermando che qualcuno non mi consente di far viaggiare in sicurezza i cittadini….o no? Io spero che le carte processuali demoliranno questa affermazione che così scritta pare voler gettare luce “opaca” sulla vicenda”.
Una questione meschina di interessi, insomma.
Egle Possetti auspica che “molto si chiarisca in tribunale nei prossimi mesi” e chiede: “vogliamo vedere dei cambiamenti nella gestione perché una cosa è certa, la responsabilità morale evidente non è in discussione”, il commento su tutta la questione è amaro come di più non può essere.
Una tragedia che pare un film da fantascienza, tanto è assurda ma anche non casuale. I tempi della giustizia non saranno brevi, ma alla fine dovranno tirare le somme.
Da subito però è nel nostro diritto democratico gridare all'orrore e dire che se ci sono stati errori. omissioni, connivenza per interesse, vigliaccheria, tali sentimenti sono stati gli assassini di 43 vittime innocenti.
Una strage orrenda come quelle perpetrate dalla più infami dittature.
A 25 mesi da quella data, almeno questo lo possiamo e dobbiamo dire, attendendo che giustizia sia fatta nelle aule dei Tribunali.
Dino Frambati