Spegnerò Napolitano
Sui giornali e soprattutto sul web l'invito va in un senso solo: spegnere Napolitano che per l'ottava volta invierà agli italiani il suo ottavo messaggio di fine anno. "Il Giornale" l'ha definito con questo titolo: "IL CAPO-DANNO", a significare che il Capo dello Stato, o meglio questo Capo dello Stato, produce solo danni. Ma "Il Giornale", si sa, è di Berlusconi. E Berlusconi ce l’ha con Napolitano perché non gli ha concesso la grazia. Probabilmente il primo Presidente della Repubblica col marchio Pci non gliela avrebbe concessa lo stesso, ma l'ha spiegato con termini legali. Per avere la grazia bisogna chiederla, e Berlusconi non l'ha mai chiesta. Anche perché non si è mai considerato colpevole.
Queste sono le ragioni di Forza Italia per spegnere la televisione quando parla Napolitano. I grillini vogliono addirittura defenestrarlo, alla riapertura delle Camere lo metteranno sotto accusa. Poi ci sono quelli che dicono: non mi sento rappresentato da Napolitano, quindi non starò a sentirlo.
Dopo il telegiornale spegnerò la tivu anch'io, ma per un altro motivo. Giorgio Napolitano nemmeno per me rappresenta il massimo. Però per la mia ormai lunga milizia nel giornalismo, posso assicurare che nella storia della nostra Repubblica ci sono stati presidenti "peggiori" di questo che è stato educato nel PCI, e basterebbe questo a fargli dare un brutto voto, dato che il comunismo ha prodotto danni dappertutto ed è stato ormai ripudiato da tutti. Al Quirinale si sono registrati in passato episodi sconcertanti, che erano sulla bocca di tutti ma che nessuno ha mai potuto scrivere per non incorrere nel reato di vilipendio (il povero Giovannino Guareschi andò in galera proprio per questo, una vignetta satirica protagonista Luigi Einaudi).
E a mio avviso Napolitano merita rispetto se non altro perché a 88 anni, invece di godersi il meritato riposo, ha accettato di restare ancora al Quirinale per dare una mano a tentare di salvare l'Italia. E lo da in buona fede, su questo non ho dubbi. Ma stavolta non lo ascolterò anche se è stato annunciato che il discorso sarà più breve (o meno lungo) del solito. Non lo ascolterò perché sono stufo di sentire le stesse cose, in un pistolotto infarcito di retorica. Parole al vento, promesse mai mantenute.
E allora l'ultimo dell'anno, mentre ci apprestiamo a buttare via tante cose, rottamiamo anche il messaggio agli italiani. Gli italiani sono stufi. Buon anno, e lunga vita, signor Presidente!
Elio Domeniconi