La fine di De Martino
Il crac De Martino - come l'ha definito "Il Secolo XIX" - sancisce la fine di un'epoca. Quando De Martino a Genova
era sinonimo di Fiat. E il patriarca Francesco De Martino, immigrato da Corigliano Calabro, era noto come l'uomo Fiat. Da dipendente si era trasformato in imprenditore. Da Sestri Ponente, dove la moglie gestiva una latteria si era trasferito a Nervi, in una villa. Al figlio Roberto, che lavorava al suo fianco dopo aver abbandonato gli studi di economia e commercio, aveva acquistato un attico a Boccadasse. Non solo: per diversificare le attività si era trasformato anche in editore, soprattutto per accontentare la nuora Caterina Venchi, anche lei di Sestri Ponente, dove i genitori possedevano una mini gioielleria. Aveva rilevato da Massimo Rodda i tre giornali creati da Elio Domeniconi: Noi Genoani, Noi Sampdoriani e la rivista Genova Vip.
Da tempo i giornali non esce più. La CDM Multimedia, che lavorava anche per il " Corriere Mercantile" (Il Calcio dei Giovani) aveva cambiato sede. Lo stesso aveva fatto il De Martino Group, che aveva dovuto lasciare la sede di Via Adamoli. In seguito ha chiuso altre sedi. Anche perché il patriarca, che si faceva chiamare Francesco De Martino, mentre il cognome si scrive tutto attaccato Demartino, (come sta facendo la figlia Milena, che si sta affermando come pittrice) nel frattempo si era trasferito in Brasile, patria della ballerina che l'ha reso nuovamente padre. All'epoca di Forza Italia si era presentato alle Regionali (quelle vinte da Sandro Biasotti) aveva annunciato che voleva fare l'assessore "per creare nuovi posti di lavoro". Ma non era stato eletto, anzi era finito agli ultimi posti della lista.
Poi il declino come imprenditore, quando la Fiat si era staccata dalla sua concessionaria (distaccata bel frattempo a Savignone). Il figlio Roberto ha tentato di salvare il salvabile, senza più l'aiuto della moglie che si è trasferita ad Aosta per permettere alle figlie di praticare lo sci a livello agonistico. Ha trovato un socio di Andrea Santoro. Ma non è bastato. Il 13 febbraio scorso il Tribunale ha decretato il fallimento della "De Martino Genova srl". L'inchiesta della Guardia di Finanza ha appurato che sono stati prelevati dai conti sociali oltre 340mila euro. E ora il Pm Vittorio Ranieri Miniati ha chiesto il rinvio a giudizio per bancarotta fraudolenta (e per Roberto De Martino scatta la "recidiva nel quinquennio", per una precedente disavventura).
Finisce così il regno di Francesco De Martino, che amava farsi chiamare "il Cavaliere", come Silvio Berlusconi.
Elio Domeniconi