Fondazione Carige, Repetto deve lasciare
Ormai il suo destino è segnato. Flavio Repetto, il "cavaliere del cioccolato" (Svizzero? No, Novi) dovrà lasciare
la presidenza della Fondazione Carige. Ne prenderà temporaneamente il posto Pierluigi Vinai, il vicepresidente vicario, che era il suo pupillo, ma anche una creatura di Claudio Scajola. E l'ex ministro si è schierato con il presidente silurato della banca, Giovanni Berneschi.
Veramente Scajola si considerava amico di entrambi. Ma quando ha chiesto a Repetto di far pace con Berneschi perché conveniva ad entrambi l'imprenditore di Lerma (e quindi concittadino di Moana Pozzi) non ne ha voluto sapere. Si è irrigidito e Berneschi ha dovuto lasciare. Ma ora dovrà andarsene anche Repetto, che si era presentato nelle vesti del moralizzatore.
A questo punto anche quelli che sinora avevano pensato solo al gettone di presenza e non si erano mai ribellati a quello che ora viene definito "il sistema-Repetto" (decisionismo, senza tener conto del parere dei consiglieri, spesso avvisati solo a cose fatte) hanno deciso di lavare i panni sporchi in piazza e non più in famiglia.
Si è così scoperto che il cavaliere aveva sborsato ben 90 milioni (della Fondazione Carige) al Vaticano per l'acquisto di nuove stole a vescovi e cardinali. E che molti avevano ritenuto inopportuno, in questi tempi di crisi, elargire 180 mila euro alla Fiera per un evento gastronomico nel corso del Salone Nautico. Che nella Fondazione aveva assunto figli e familiari di dipendenti Elah, ex autisti delle sue aziende, parenti di imprenditori amici di famiglia, tutti del Basso Piemonte.
Non solo: come segretario generale aveva imposto un giornalista piemontese, Rodolfo Bosio, che è anche il suo biografo. Che come proprietario della casa editrice Marietti, finanziata dalla Fondazione, aveva pubblicato anche i libri di Gabriella Airaldi, allora moglie del giornalista e scrittore Paolo Lingua, direttore di Telenord. Che aveva assunto anche il figlio di Michele Scandroglio, all'epoca potente parlamentare del Pdl e braccio destro di Scajola. E chi più ne ha, più ne metta.
A questo punto il destino di Flavio Repetto. Ha voluto fare la guerra a Berneschi. Farà la stessa fine.
Elio Domeniconi