Che ha in mente Morgillo
Nell'ambiente di Forza Italia si chiedono: ma cosa ha in mente Luigi Morgillo? Chi c'è dietro?
Aveva annunciato di ritirarsi dopo tre mandati in Regione, si è assicurato un bel vitalizio.
Invece, mentre è ancora in Regione, come rappresentante di Forza Italia ha ideato un' "Assemblea Popolare".
Non ha fatto tutto a costo zero come Raffaella Della Bianca, che si è accontentata di un magazzino in una ditta di trasporti. Morgillo ha fatto le cose in grande: ha affittato il Galata Museo del Mare, ha tappezzato la città di manifesti - e manifesti doppi - ha invitato un'infinità di invito.
Il tutto è costato una bella cifra. E siccome l'imprenditore spezzino non ha fama di mecenate ci si chiede chi ha sborsato questi soldi, chi c'è dietro questa "Assemblea Popolare" e soprattutto: che fini si prefigge?
Morgillo è stato sincero. Ha detto che questa assemblea politica non nasce come soggetto politico, ma ha aggiunto: "Magari lo sarà più avanti". E del resto un movimento senza un fine politico non avrebbe senso. Se Morgillo, invece di andarsene in pensione, ha deciso di agitarsi in prima persona, qualcosa ci deve essere. Si sa che prima era legato a Claudio Scajola adesso si dice vicino alle posizioni di Raffaele Fitto, che in Forza Italia si sta staccando da Berlusconi.
I benpensanti sostengono che Morgillo prima di fare tutto questo can-can avrebbe dovuto dimettersi da Forza Italia, pur restando ovviamente in Forza Italia sino alla fine del mandato. Ma i maligni spiegano che allora avrebbe dovuto lasciare - di conseguenza - la vicepresidenza del Consiglio Regionale.
Così invece può tenere i piedi in due staffe. E' sempre in Forza Italia, con i vantaggi che ne derivano. E intanto crea qualcosa di suo e di diverso, in vista del futuro.
Non stupisce che Morgillo, napoletano verace, agisca così. Stupisce semmai che il coordinatore Sandro Biasotti gli abbia dato la sua benedizione. Prima dice che lo scopo comune deve essere quello di riaccorpare il centro destra. Eppoi avalla iniziative che provocano disgregazione.
In chiave politica si può anche capire Morgillo. Sicuramente non si capisce Biasotti.
Elio Domeniconi