Le girandole di Musso
A leggere l'intervista che il professor Enrico Musso ha rilasciato alla "Gazzetta del lunedì"
viene spontaneo chiedersi: ma ci è o ci fa?
Annamaria Coluccia ha così sintetizzato il pensiero dell'ex senatore che ora fa politica in Consiglio Comunale con lo sparuto gruppo che porta il suo nome e del quale fa parte anche la sorella Vittoria detta Viky: "L'obiettivo a lungo termine è chiaro e punta alla ricostruzione del centrodestra ma, in vista delle prossime regionali, Enrico Musso consigliere comunale della lista che porta il suo nome ed ex candidato sindaco di Genova, non alza steccati preventivi e non pone pregiudiziali rispetto alle scelte che farà il "suo" movimento. E, quindi, non esclude a priori l'ipotesi di eventuali intese con il centrosinistra o anche con il MoVimento 5 stelle ammesso che i pentastellati siano disponibili a dialogare con qualcuno".
Confesso di averlo riletto tre volte, sperando di aver capito male. Ma come fa un politico a dire: vorrei che si ricostituisse il centrodestra, ma nel frattempo sono pronto ad allearmi con il centrosinistra e magari anche con i grillini.
Credo che ormai parli a titolo personale e non anche a nome del Movimento Oltremare, che del resto non è più quello di un tempo, tanti elementi di spicco hanno tagliato la corda. E ho letto che Musso è stato abbandonato anche da consiglieri del Municipio. Come si fa a seguire un leader che dice queste cose? Centrodestra, centrosinistra, grillini, va bene tutto.
Scrivo queste cose con grande amarezza perché sono stato un sostenitore di Musso, ho creduto in lui, l'ho votato come candidato sindaco e come senatore. Pensavo che il centrodestra avesse bisogno di personaggi nuovi, giovani preparati. La sua matrice liberale era una garanzia.
Poi in Parlamento si è distinto per le girandole e credo che abbia toccato il fondo quando ha invitato a votare per Oscar Giannino. Si comportava da spirito ribelle, ignorando che in politica bisogna rispettare le decisioni della maggioranza. Se uno potesse fare di testa propria si arriverebbe al caos, all'anarchia.
Ho cominciato a intuire la sua (triste) fine quando al suo fianco ho visto il giornalista Franco Manzitti, che ho conosciuto bene in redazione, e non più la giovane consorte, che era considerata la sua forza.
Gli auguro di tornare alla ribalta, ma le minestre riscaldate non funzionano nemmeno in politica. Eppoi come si fa a dire: sono di centrodestra ma per le Regionali mi va bene anche il centrosinistra e sono disposto a unirmi anche con Beppe Grillo?
Questa non è politica, è fantascienza. E da un docente universitario non me lo sarei mai aspettato.
Elio Domeniconi