Maurizio Rossi ha cambiato idea
"Liguria Civica", il movimento ideato da Maurizio Rossi, non presenterà una propria lista alle prossime regionali.
L'ha lasciato intendere lo stesso leader, che ha dichiarato alla stampa:
"Non abbiamo un candidato presidente. Non ci poniamo il problema se candidarci o meno. Non promettiamo posti a nessuno. Proponiamo idee per tornare a crescere e studiamo gli errori che hanno portato la nostra terra ad essere prima solo per i dati negativi".
E ancora: "Noi non siamo un partito e non sappiamo nemmeno se presenteremo una lista".
Siccome le elezioni regionali sono ormai vicine e tutti i partiti sono in fermento, le parole di Rossi non possono che avere questa interpretazione: per ora stiamo alla finestra. "Liguria Civica" resta un'associazione senza scopo di lucro.
Eppure, quando aveva annunciato di aver lasciato al Senato Scelta Civica e di aver fondato a Genova Liguria Civica, aveva detto cose diverse: l'associazione era nata per preparare le Regionali, voleva essere un preciso punto di riferimento in Liguria. Se avesse voluto farne solo un movimento d'opinione, non avrebbe comprato tante pagine sui giornali.
Rossi non crede più in Scelta Civica perché Mario Monti ha confermato di non essere un leader politico e molti si sono meravigliati che il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, l'abbia nominato senatore a vita. A onor del vero Rossi era stato designato da Luca Cordero di Montezemolo. Ma poi il presidente della Ferrari si era staccato da Monti e pare abbia messo da parte ogni velleità politica.
Rossi, se vuole restare in politica, deve pensare al suo futuro. E il futuro doveva essere Liguria Civica. Per preparare il programma ha scelto cinque saggi tra cui Mario Paternostro. Ci si aspettava che Liguria Civica annunciasse il leader per le Regionali. Invece Rossi ha spiegato: "Gli altri hanno i candidati. Noi partiamo da un programma".
E' facile obiettargli che per realizzare i programmi ci vogliono i candidati. E i candidati per poterli realizzare hanno bisogno di essere eletti.
Altrimenti restano parole al vento, retorica pura. Come quando l'ideatore di Primocanale. Come quando dichiara ad Alberto Bruzzone del Corriere mercantile: "E' arrivata l'ora che i cittadini si riapproprino della "cosa pubblica". Per troppo tempo abbiamo delegato, lasciato in mano il potere a persone che non hanno saputo gestirlo, o che lo hanno fatto solo per interessi personali. C'è una classe di imprenditori, professionisti, commercianti, impiegati, artigiani e quant'altro che deve finalmente scendere in campo con delle proposte concrete".
Discorsi che non sono certo originali. Li abbiamo ascoltati mille volte da persone che si sono fatte avanti prima del signor Rossi. A mio avviso questa è retorica, per non dire demagogia. I programmi sono tutti belli, non ho mai letto un programma criticabile. Ma l'esperienza ci insegna che non basta dire: bisogna fare così. Occorre avere gli uomini in grado di realizzarlo.
Se Maurizio Rossi vuole avere un po' di credibilità, non deve limitarsi al programma. Deve dire: per realizzare questo programma avrò al mio fianco Tizio, Caio e Sempronio. Altrimenti saranno parole al vento. E non gli crederà nessuno.
Elio Domeniconi