Anche Marenco batte Biasotti
Sandro Biasotti, il coordinatore, alle Europee ha perso su tutta la linea. Questo si dice in Forza Italia.
Facendo nomi e cognomi.
L'onorevole aveva sposato la causa dell'ex igienista di Silvio Berlusconi, l'affascinante Licia Ronzulli. Era stata lei a organizzare la cena di presentazione dei liguri ad Arcore (e non aveva invitato l'europarlamentare Susy De Martini!). Poi in suo onore aveva dato un party nella sua casa di Corso Italia, per farla conoscere ai Vip del partito. Successivamente aveva organizzato per lei una manifestazione esclusiva nell'albergo di lusso di Via Corsica. Aveva scatenato nella campagna elettorale i suoi fedelissimi Lilli Lauro e Roberto Dotta. E aveva coinvolto nella campagna pro-Licia il capogruppo in Regione Marco Melgrati e il vicepresidente del Consiglio Regionale Stefano Balleari.
Risultati: Licia Ronzulli, che non è stata rieletta, superata anche dall' "aquila di Ligonchio" Iva Zanicchi, a Genova ha preso solo 795 voti. Ben poca cosa, rispetto alle 2.925 preferenze genovesi ottenute da Lara Comi (83.858 in totale) sostenuta da Guido Grillo a Genova, da Roberto Bagnasco a Rapallo e da Roberta Gasco a Loano.
Ma non è tutto. Nella Circoscrizione del Nord Ovest al quarto posto, primo dei non eletti, troviamo con 34.913 preferenze, tale Stefano Maullo, che a Genova pochi avevano sentito nominare. Abita a Milano, è di origine sarde. Proviene da Alleanza Nazionale e l'ex ministro Altiero Matteoli l'aveva segnalato a Franco Marenco, che con AN ha fatto due legislature in Parlamento e ora ha aderito a Forza Italia. Matteoli ha garantito a Marenco che si trattava di un cinquantenne molto in gamba, una persona onesta. Marenco ha fatto un po' di telefonate agli amici. E il Carneade Maullo a Genova ha preso ben 1.184 voti, molti di più di quelli racimolati dalla Ronzulli che era la candidata ufficiale del coordinatore.
Quando ha saputo i risultati Marenco si è fatto due risate, ha ancora un suo bacino di voti.
Sulla base di questo kappao, all'interno di Forza Italia, erano in molti a ritenere che l'onorevole Sandro Biasotti si sarebbe dimesso sul serio da coordinatore regionale. Invece ha solo chiesto a Berlusconi di rinnovargli la fiducia e pretende i pieni poteri. Ma sulla base di questi (disastrosi) risultati, come può pretendere - ci si chiede in Forza Italia - di diventare il "padrone" assoluto del partito? La logica dovrebbe suggerirgli di fare un passo indietro. Dopo aver recitato il "mea culpa, mea maxima culpa".
Elio Domeniconi