Grillo in auto con la Boldrini
Sembrava che Beppe Grillo volesse andare a Roma per invitare i grillini a darsi una calmata.
Invece li ha aizzati ancora di più.
E' vero che aveva avvertito: le parolacce posso dirle solo io. Ma è chiaro che se le dice lui, anche i suoi seguaci si sentono autorizzati a farlo.
E qui, purtroppo, non si tratta più della politica da cabaret ispirata da un comico di professione. Qui si istiga alla violenza. Le immagini di quello che è successo alla Camera ad opera del MoVimento Cinque Stelle hanno fatto il giro del mondo. E l'Italia non ci ha fatto certo una bella figura. Sembrava di essere in Ucraina o in Corea. Siamo stati paragonati al Terzo Mondo. E pensare che l'Italia a lungo era considerata la culla della civiltà.
Anche in passato alla Camera c'erano stati scontri violenti. Ricordo ancora il deputato comunista Giancarlo Pajetta, che partiva dal suo scranno e andava a colpire qualche fascista del Movimento Sociale. Non era un bello spettacolo neanche quello, per carità. Ma erano pur sempre scontri politici.
Con i rappresentanti del partito di Grillo si è arrivati agli insulti sessuali. Un deputato a cinque stelle ha accusato le deputate del Pd di essere maestre nell'arte della fellatio (si è beccato delle querele e spero che si arrivi alla condanna in sede penale e che aver pronunciato quelle offese in Parlamento venga considerata un'aggravante e non un'attenuante). Ma poi ci si è messo lo stesso Grillo a stuzzicare la parte becera del movimento. Ha posto un video sul suo blog chiedendo: "Cosa faresti se fossi in macchina con Laura Boldrini?" Le risposte sono state in sintonia con la domanda. Le descrizioni di violenze sessuali non si contano.
La presidente della Camera applicando, come è nei suoi poteri, la cosiddetta "ghigliottina" non ha dato forse un esempio di democrazia. Ma non meritava una reazione del genere. Nella risposta è stata molto misurata, probabilmente perché non si sentiva a posto con la sua coscienza: "Insulti e volgarità - ha detto - non danno nessuna risposta concreta ai problemi dei cittadini. Piuttosto servono a istigare alla violenza e minare le basi della nostra democrazia".
Più severo il presidente del Senato Piero Grasso, seconda carica dello Stato: "Grillo fomenta per avere voti".
Un po' quello che aveva fatto all'inizio Umberto Bossi quando, tra folclore e invettive, stava facendo proseliti per la Lega. Poi quando si è scoperto che nemmeno i leghisti erano "duri e puri" la Lega ha cominciato a perdere voti e secondo gli analisti politici è destinata a scomparire. Grillo, anche se non vuole ammettere, cerca di attrarre nel suo movimento quelli che non credono più nella Lega.
Ma si può mantenere la fiducia dei propri elettori parlando di fellatio in Parlamento e inventando un referendum sulla Boldrini in auto e quindi scatenando i bassi istinti dei propri elettori?
Se io avessi votato Grillo (ma conoscendolo da più di 40 anni me ne sono guardato bene) ora me ne pentirei amaramente. Non si può confondere la politica con il cabaret.
di Elio Domeniconi