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Il tramonto di Burlando

Claudio Burlano

Claudio Burlando domenica si gioca tutto. Se segretario regionale del Partito Democratico dovesse essere

Giovanni Lunardon e non Alessio Cavarra, per lui sarebbe la fine (politica, ovviamente).

La base non gli ha obbedito nella scelta del segretario provinciale, un'altra sconfitta scalfirebbe ancora di più la sua credibilità (politica, ovviamente). E a leggere le indiscrezioni della vigilia questa potrebbe essere addirittura una sconfitta annunciata. Perché si sono schierati con il giovane marito della presidente della Fiera Sara Armella, che si era schierato con Gianni Cuperlo, anche illustri personaggi che avevano votato per Matteo Renzi. E non è un mistero che nel partiti molti considerano il presidente della Regione Liguria un renziano fasullo, visto che prima si era schierato con Pierluigi Bersani e prima ancora con Massimo D'Alema. Lo accusano di essere passato con il sindaco di Firenze per convenienza, per salire sul carro del vincitore.

Renzi, per la verità, non ha dato una mano a Burlando per aiutare le sue scelte in Liguria, non si è nemmeno fatto vedere da queste parti.

Burlando aveva già fatto i suoi piani: la Regione Liguria alla sua pupilla Raffaella Paita, detta Lella, e lui di nuovo a Roma, magari con incarichi di governo. Ma il ministro Andrea Orlando (spezzino) ha dichiarato che, secondo lui, Burlando finirà per candidarsi ancora alla presidenza della Regione, come a dire che a Roma non c'è trippa per gatti. E la (bella) moglie di Luigi Merlo, il discusso presidente dell'Autorità Portuale, si è sganciata da Burlando, sbandierando il suo curriculum in una lettera al "Secolo XIX" (e per il Governatore era stata una brutta botta). E si è schierata con Lunardon anche la pasionaria di Rapallo, Antonella Cerchi Vanessa, che sinora pendeva sempre dalle labbra del presidentissimo.

Burlando - che Enzo Biagi aveva definito "un gerundio" - ormai ha raggiunto l'età della pensione e di pensioni ne ha maturato ben tre: come ingegnere dell'Elsag, come parlamentare e come presidente della Regione. Non ha una famiglia da mantenere perché la moglie Diana Monachesi (che da tempo, tra l'altro, non si vede più al suo fianco) ha sempre lavorato, come psicologa all'Asl. Quindi potrebbe ritirarsi nell'amata Torriglia, a giocare a carte (o a bocce) con gli amici e, in stagione, a raccogliere i funghi.

E gli resta poi il Genoa. Il posto in tribuna d'onore non glielo leva nessuno. Ma Claudio Burlando vuole restare anche in politica. Domenica capiremo se sarà possibile. Se vince Lunardon, buonanotte.

 

di Elio Domeniconi

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