Elezioni, Biolé getta un macigno nello stagno del centrosinistra: “Mi candido a sindaco”
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Filippo Biolé
Nello stagno del centrosinistra, in cui sinora galleggiavano calcoli di bottega e fiere della vanità, oggi è caduto il macigno rappresentato dalla discesa in campo dell’avvocato Filippo Biolé, che si candida a sindaco di Genova, rompendo con i tira e molla sfinenti e offrendo la propria disponibilità quale espressione della società civile e la competenza maturata in gestione di strutture pubbliche come l’Accademia Ligustica e l’Orchestra Sinfonica di Sanremo.
Una disponibilità sempre pronta a fare un passo indietro, qualora emergesse una candidatura espressione dei partiti di riferimento tale da offrire adeguate garanzie di impegno disinteressato e volontà di rompere con una tradizione trentennale di gestione della cosa pubblica rivolta soltanto al vantaggio dei soliti noti.
Tale impegno risalta con tutta evidenza nei dieci punti, intitolati “La Genova che vogliamo” presentati da Biolé nel corso dell’odierna conferenza stampa e che tratteggiano un progetto dalla parte delle persone, improntato alla più assoluta discontinuità.
Niente dopo oggi sarà più come prima. Tanto nel centrosinistra come nel centrodestra, dove le personalità di spicco manifestano la volontà di liberarsi dal peso delle rispettive eredità: l’ultra protagonismo di Marco Bucci e l’iper tatticismo di Claudio Burlando.
Per cui la partita che pare delinearsi tra Pietro Piciocchi e Filippo Biolé, con i suoi forti tratti di novità, annuncia un confronto che mette in campo quanto di meglio lo stato dell’arte della politica genovese oggi può offrire.