La logistica vista da chi l’ha inventata: intervista a Sebastiano Gattorno
Con la costruzione della nuova diga foranea, il porto di Genova si prepara ad una crescita esponenziale che coinvolgerà l’intera logistica europea. E sì, perché l’opera faraonica, lunga oltre 6 km, profonda fino a 50 metri (record) e dal costo di 1,3 miliardi di euro, modificherà non solo i traffici in arrivo via mare ma, ovviamente, anche quelli in partenza, via gomma o ferro, verso le regioni, italiane e straniere, destinatarie della merce sbarcata sotto la Lanterna.
Dal 2017, da quando sarà ultimata la nuova infrastruttura, potranno ormeggiare nel porto genovese le cosiddette giganti del mare: portacontainer fino a 450 metri e 25mila teu (il doppio di quelle che possono transitare oggi). Pertanto, gli addetti ai lavori prevedono un grande aumento dei traffici.
Per Sebastiano Gattorno, vice presidente di Interglobo Project, tra i primi in Italia ad aver capito l’importanza della logistica, la questione è da affrontare con estrema attenzione, coinvolgendo enti e società.
“Ho sentito parlare per la prima volta di logistica al Forum Ambrosetti di Cernobbio, erano gli anni Novanta - dice Gattorno -. Tra i relatori c’erano Giovanni Agnelli e Cesare Romiti, entrambi avevano la stessa priorità: creare una rete in grado di distribuire le auto dell’allora Fiat. Su questa necessità ho pensato di attivare i vari segmenti del trasporto, per dare vita a una grande filiera della logistica. Il risultato? Tutti ne hanno beneficiato, dalle aziende produttrici agli spedizionieri, dai terminalisti ai cantieri navali. Gli autotrasportatori e le società collegate al porto sono cresciuti e grandi aziende, anche quelle statali come Mercitalia, si sono interessate per la prima volta a questo mercato. Il mio lavoro è stato riconosciuto da tre presidenti del Consiglio, che mi hanno chiamato per avere il mio contributo”.
Secondo il vice presidente di Interglobo Project, ed ex presidente degli spedizionieri genovesi, la logistica deve avere anche un ruolo culturale e sociale.
“Non si fa impresa licenziando migliaia di dipendenti con una semplice mail, come hanno fanno, dimostrando fra l’altro un disprezzo incredibile verso le persone, alcune multinazionale. La logistica va integrata nel Paese e nelle famiglie: deve aiutare i propri collaboratori a crearsi una vita serena e sostenibile”.
E sull’autonomia differenziata delle regioni, disegno di legge che recentemente ha avuto l’ok dal governo, il manager si è detto favorevole: “Le scelte che riguardano i territori devono essere prese dagli stessi cittadini”.
Ancora una volta, la logistica parte da Genova. E sempre da Sebastiano Gattorno.