Bilancio, Piciocchi risponde al PD: “Ennesima disinformazione: la manovra sulle aliquote è nel Decreto Aiuti”
"Dispiace constatare per l'ennesima volta la totale capacità di disinformazione di cui il Partito Democratico è campione irraggiungibile: la manovra sulle aliquote delle addizionali all'Irpef si fonda su una norma di riorganizzazione della fiscalità sul reddito contenuta nel Decreto Aiuti, votata convintamente dal Partito Democratico a Roma, e di cui i Comuni devono prendere atto. La pressione fiscale complessiva sulle imposte dirette è in netta diminuzione". Così il vicesindaco Pietro Piciocchi risponde al PD sulle aliquote delle addizionali Irpef.
"Chi parla di stangata o non ha studiato o è in malafede - aggiunge Piciocchi -. Comunque fa torto al Governo che è artefice di tale disposizione. Lo Stato ha infatti deciso di ritirare la propria capacità impositiva per concedere agli enti locali maggiori margini, che permettano loro di ridurre gli impatti negativi subiti sui bilanci dai tagli lineari degli ultimi anni. Sottolineo che le prime città ad avere adottato queste misure sono state Torino e Napoli, guidate dal Partito Democratico. Quindi è bene che prima si informino e si confrontino con i loro colleghi di partito, a Roma e nelle altre città, quindi parlino con cognizione di causa. Aggiungo che, per effetto della delibera che il PD forse non ha neppure letto, viene estesa la fascia di completa esenzione da addizionale comunale fino a 14 mila euro. Il Comune di Genova è l'ente con la più ampia soglia di esenzione tra le grandi città italiane".
Il vice sindaco Piciocchi entra poi nel dettaglio:
"La Giunta comunale, nel corso della seduta di giovedì 21 luglio ha adottato la delibera di proposta al Consiglio recante la verifica degli equilibri di bilancio. Entro il 31 luglio di ogni anno, infatti, i Consigli comunali devono attestare la permanenza dell'equilibrio dei bilanci dei Comuni ai sensi dell'art. 193 del decreto legislativo n. 267/2000 (Testo Unico degli enti locali). Con nota del Ministero dell'Interno, Dipartimento Affari Interni e Territoriali, datata 18 luglio 2022, il Comune di Genova è stato formalmente reso edotto della conversione in Legge del Decreto n. 50/2022 (Decreto aiuti) che, all'art. 43, ha introdotto una nuova procedura finalizzata ad assicurare l'equilibrio strutturale dei Comuni con debito pro capite superiore ad euro 1.000 – prosegue Piciocchi - Per tali amministrazioni è istituto un tavolo tecnico presso il Ministero dell'Interno, con la partecipazione di esponenti di ANCI, con l'obiettivo di concertare un accordo da sottoscrivere tra il Sindaco del Comune interessato e il presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro delle Finanze, avente per contenuto la definizione delle misure volte ad assicurare l'equilibrio del bilancio, tra cui interventi di potenziamento della riscossione, di modifica delle addizionali all'imposta sul reddito delle persone fisiche, di istituzione di nuovi diritti di imbarco aeroportuali, di individuazione di cespiti patrimoniali da alienare, di miglioramento della redditività del patrimonio e di revisione del grado di copertura tramite tariffe dei servizi a domanda individuale.
Alcune città, come i Comuni di Torino e Napoli, hanno già sottoscritto gli accordi, adottando talune o tutte le misure prescritte dalla norma, in virtù di speciali disposizioni per le amministrazioni in disavanzo già contenute nell'ultima legge di bilancio.
Come rilevato in più occasioni anche dalla Corte dei Conti, Sezione di controllo per la Regione Liguria, il Comune di Genova - pur appartenendo ai 5 grandi Comuni italiani, tra i 14 sede di Città metropolitana, ancora virtuosi in quanto in equilibrio di bilancio (essendo tutti gli altri in disavanzo di amministrazione) - è stato oggetto nell’ultimo decennio di una sensibile riduzione di trasferimenti da parte dello Stato (oltre 300 milioni di euro in dieci anni), a cui si è sistematicamente cercato di rimediare mediante la realizzazione di entrate straordinarie, non ricorsive (come la rinegoziazione di mutui), al fine di evitare riduzioni di servizi.
La vigente disciplina del fondo di solidarietà comunale, che è il principale strumento di riparto delle risorse tra gli enti locali, prevede, inoltre, ulteriori contrazioni delle rimesse fino al 2030 per effetto dei meccanismi di solidarietà intercomunale (c.d. perequazione).
Il debito del Comune di Genova, pur essendo in costante riduzione, vede nel prossimo triennio un importante incremento della rata annuale di restituzione del prestito a motivo degli incrementi dei tassi di interessi e di precedenti operazioni di rinegoziazione, tra cui quelle favorite dallo Stato nel corso della pandemia come modalità per contrastare la diminuzione delle entrate correnti degli enti locali.
A ciò si aggiunge un incremento strutturale della spesa di personale dovuto agli accantonamenti per il rinnovo contrattuale del personale della pubblica amministrazione e una serie di oneri, assai rilevanti, che attengono ad incrementi di costi dell’energia.
Tale situazione, come palesato dai ministeri competenti, impone anche all'amministrazione comunale di Genova, unitamente a molte altre che si stanno attivando, l'adesione alla procedura stabilita nel Decreto aiuti a salvaguardia degli equilibri strutturali di bilancio di parte corrente, così da potere mantenere inalterato il livello attuale dei servizi e continuare a sostenere in modo importante, come è stato nei precedenti anni, il percorso di crescita della città e di supporto alle categorie più fragili.
In tale prospettiva – dice ancora Piciocchi - la delibera adottata dalla Giunta comunale, in stretta osservanza del citato art. 43, modifica l'attuale regolamento delle addizionali comunali all'imposta sul reddito delle persone fisiche, prevedendo un ampliamento della fascia di esenzione, che passa dal reddito di 10 mila euro a quello di 14 mila euro all'anno, e un limitato incremento dell'attuale aliquota, fissata allo 0,8% per tutti gli scaglioni nei termini seguenti:
- fino a 15 mila euro - aliquota 1%
- da 15 mila euro a 28 mila - liquota 1%
- da 28 mila euro a 50 mila euro - aliquota 1,1%
- oltre 50 mila euro - aliquota 1,2%
Trattandosi di imposta progressiva, crescente al crescere del reddito, di seguito l'indicazione degli incrementi massimi individuali annui calcolati alla soglia massima per scaglione:
- fino a euro 30 alla soglia di 15 mila euro;
- fino a euro 86 alla soglia di 28 mila euro;
- fino a euro 251 alla soglia di 50 mila euro;
- oltre euro 251 dalla soglia di 50 mila euro.
Tali incrementi trovano ampiamente capienza nella riduzione delle aliquote dell’IRPEF stabilite dal Governo con l’ultima legge di bilancio, sicché fino alla soglia di reddito imponibile di 100.000 euro l’incidenza complessiva della pressione fiscale da imposizione diretta sui contribuenti è in riduzione, come si può osservare dalle tabelle allegate.
Il Governo ha così inteso, al fine di salvaguardare l’equilibrio strutturale dei Comuni, ridurre la potestà impositiva dello Stato in favore di quella degli enti locali, anche in una logica di attuazione del federalismo fiscale.
L'ampliamento della fascia di esenzione - che porta il Comune di Genova al primo posto tra le grandi città per soglia di reddito esente - interessa circa 19 mila contribuenti.
Tale manovra assicura alla civica amministrazione un gettito ulteriore di oltre 13 milioni di euro che consente di sterilizzare gli effetti negativi portati al bilancio dai fattori sopra descritti, gettito che sarà interamente redistribuito nei disparati servizi pubblici in capo al Comune, a supporto e potenziamento dell'azione amministrativa, soprattutto nei confronti delle fasce più deboli. A tal riguardo, alla delibera approvata dalla Giunta comunale è associata una variazione di bilancio che stanzia significative risorse aggiuntive nei comparti dei servizi sociali e della scuola per oltre 11 milioni di euro.
Tutta l’operazione è supervisionata dal ministero delle Finanze e, secondo quanto previsto dal Decreto aiuti, l'operazione si completerà con la sottoscrizione dell'accordo da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro delle Finanze.
Il Comune di Genova – conclude il vice sindaco Piciocchi - tenuto all’applicazione della procedura descritta, continuerà ad adoperarsi presso le istituzioni nazionali, in particolare il futuro Governo e il prossimo Parlamento, per la definizione di un nuovo assetto della finanza locale in Italia che non si risolva in una sistematica sottrazione di risorse agli enti locali , come è stato nell’ultimo decennio, ma che sia più rispettoso dei precetti costituzionali di autonomia e federalismo e più consono alle esigenze di stabilità di bilancio delle amministrazioni locali a sostegno della loro fondamentale missione al servizio dei cittadini".