I Maneskin vincono il Festival del look e della performance, e pure della canzone italiana
“Potevamo stupirvi con effetti speciali e colori ultravivaci, ok basta così. Ma noi siamo scienza, non fantascienza”. Così recitava il mitico spot degli anni Ottanta di una nota, allora, casa produttrice di televisori.
Sul palco dell’Ariston, durante le cinque serate del Festival, si sono invece visti molti effetti speciali e colori ultravivaci. E la scienza? L’hanno notata in pochi, più evidente la fantascienza.
Chi si aspettava uno show sobrio, magari in stile anni Sessanta, vista la partecipazione di Orietta Berti, si sbagliava. Il compito di Amadeus e Fiorello però era proprio quello di svagare gli italiani, alle prese con i tanti problemi causati dalla pandemia. E le performance sorprendenti, e pure forti, sono servite a stordire lo spettatore, che non ha pensato per alcune ore a questo periodo di lacrime e sangue, quelle di Achille Lauro per fortuna sua erano finte.
Il 71° Festival sarà ricordato dunque per le immagini delle performance e per la platea vuota, quest'ultima è la vera novità di questa edizione. Toccherà adesso alle sobrie radio, che sfuggono alla regola dell’apparire, religiosamente invece seguita da televisioni e social, valorizzare maggiormente il senso e le parole delle canzoni.
Le parole più belle e chiare sono arrivate da chi avevamo visto solo tirare calci ad un pallone, Zlatan Ibrahimović: “Il fallimento non è una sconfitta, ma l’inizio di una vittoria. Non è il contrario del successo, ma una parte stessa del successo”.
Per la cronaca: hanno vinto i Maneskin, seguiti dalla coppia Francesca Michielin e Fedez. Terzo Ermal Meta.