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Giorno del Ricordo, Buccilli: “La memoria condivisa e il dinamismo del bene”

Gian Luca Buccilli

Da Gian Luca Buccilli, capogruppo di Civica a Recco, riceviamo e pubblichiamo.


Il ricordo associato alla data del 10 febbraio 1947 (la firma a Parigi del Trattato di pace) si configura come un dovere che la comunità nazionale ha recuperato, mettendo fine a quella che Carlo Azeglio Ciampi definì "la congiura del silenzio".

Nel 2004 il legislatore nazionale ha istituito una solennità civile per rendere il doveroso omaggio agli italiani dell'Istria, della Dalmazia, della Venezia Giulia e delle isole del Quarnaro, vittime di un'efferata violenza scatenatasi dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 e nella primavera del 1945. 

L'esodo forzato di una popolazione inerme e immune da ogni colpa, gli eccidi di massa culminati nella tragedia delle Foibe sono eventi entrati a far parte della storia del nostro Paese e dell'Europa unita, dopo essere stati inghiottiti per decenni dall'oblio.

Permane l'agire subdolo di chi intende infrangere le ragioni di una memoria condivisa o rinuncia a comprenderne il significato autentico. 

Esistono ancora "deprecabili sacche di negazionisno o riduzionismo" (come le ha definite il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella), che in nome di un malinteso ideale si ostinano a rigettare la verità storica. 

Stiamo anche assistendo al ritorno di un revanscismo esasperato e al maldestro tentativo di rimuovere la consapevolezza dei crimini commessi e delle sofferenze inflitte alla minoranza slovena durante il fascismo e l'occupazione tedesca delle terre oltre il confine orientale.

Lo stesso documento approvato ieri dal Consiglio comunale di Genova s'inserisce in questo deprecabile tentativo di riscrivere la storia.

Ed è ancora più grave che questo sia accaduto nella Città medaglia d'oro della Resistenza, dove resta indelebile la testimonianza di come i partigiani confluiti poi nel Fronte Popolare abbiano rivestito un ruolo determinante nella lotta di Liberazione e nella successiva fase costituente della Repubblica. 

La solida maturità democratica acquisita dal nostro Paese consente di neutralizzare coloro che non si rassegnano e tentano di scardinare quella ricomposizione che è oramai presente nella coscienza popolare.

Nell'Europa dei nuovi muri (dal 1989 i paesi del vecchio continente hanno costruito circa mille chilometri di barriere e recinzioni), riemergono teorie suprematiste, discriminazioni razziali, egoismi esasperati.

Non cessano i respingimenti arbitrari e violenti, come quelli subiti dai migranti in esodo lungo la "rotta balcanica".

Il Giorno del Ricordo assume così un ulteriore e fondamentale significato: quello di interpellare ogni uomo per sollecitarlo a mantenere viva la memoria, a riaffermare le ragioni della coesione sociale e incoraggiarlo nella faticosa ricerca di qualcosa che alimenti la speranza.

All'intera comunità (credenti e non) vengono in soccorso le parole che il Santo Padre Francesco ha pronunciato in occasione della recente Giornata mondiale delle comunicazioni sociali: "Nessuno è una comparsa nella scena del mondo e la storia di ognuno è aperta a un possibile cambiamento.

Anche quando raccontiamo il male, possiamo imparare a lasciare lo spazio alla redenzione, possiamo riconoscere in mezzo al male anche il dinamismo del bene e dargli spazio". 

Gian Luca Buccilli
Capogruppo di Civica

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