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Salvatore: “Berrino e Sartori hanno sbugiardato Toti”

Alice Salvatore

"Lo scorso 18 novembre, Giovanni Toti annunciò che la sua Giunta avrebbe finanziato le manifestazioni e gli eventi in onore di Sandro Pertini. Avrebbe inoltre aderito alla richiesta dell’Anpi di intitolare l’Aula consiliare a Sandro Pertini", dichiara la capogruppo regionale Alice Salvatore.

"Questa dichiarazione - continua poi - è stata presa con sospetto da molti elettori di 'Cambiamo'. Chi appoggia la Giunta, lo ricordiamo, è a forte trazione Lega e Fratelli d’Italia. Sui social, ci fu quasi una rivolta tra i sostenitori di Cambiamo e di Toti. Alcuni esempi: “Io a Pertini non intitolerei nemmeno un pollaio” oppure “Invece di finanziare eventi per questo assassino/partigiano usa i nostri soldi per la regione e migliorarla” o anche “Pertini proprio no!! Uomo cattivo e rancoroso.. comunque uomo per il suo crudele passato da non portare ad esempio!!!". Esempi pratici ed evidenti di cosa pensano gli elettori che appoggiano Toti e la Giunta".

"I partiti che 'comandano' nella maggioranza del Consiglio Regionale sono ovviamente Lega e FdI. È per questo che, per calmare l’elettorato con reminiscenze del Ventennio e soprattutto far capire chi detta le regole politiche, gli esponenti liguri di Giorgia Meloni, donna, madre e cristiana, hanno detto no a questo annuncio di Toti e non hanno firmato l’Ordine del giorno volto alle iniziative per arrivare all’intitolazione della sala consiliare a Sandro Pertini".

"Perché è grave un atto di questo tipo? È chiaro che Berrino e Sartori tra FdI e Forza Nuova non sono certo simpatizzanti della Resistenza, non hanno ammirazione per chi combatté contro il fascismo e non hanno certo bisogno di farcelo sapere. Ma è chiaro, ora, che Toti non conta politicamente nulla".

"Il suo partito ha pochissimo valore regionale. A livello nazionale è presente perché formato da transfughi di Forza Italia, quel partito, guidato tutt’ora da Silvio Berlusconi, mentore e creatore di Toti politico, cui ora il Governatore ha girato le spalle. Fratelli d’Italia sta crescendo e vuole far capire a tutti che chi detta la linea non è affatto una parte moderata e democratica, ma è con loro e la Lega sempre più spostati verso l’estrema destra che si guida la Regione".

"Dire no alla Sala Pertini, oltre a oltraggiare la memoria di un grande Presidente ligure della Repubblica Italiana, che loro dicono di difendere, è la chiara svolta di tutto quanto sarà d’ora in poi la politica della destra".

"Una politica che ha palesemente aperto le porte al revisionismo. Che ha portato il razzismo come valore".

"Una deriva evidente che nei fatti si riduce a una gestione della Regione Liguria completamente negativa per i cittadini e di un pensiero unico improntato al consociativismo fine a se stesso e la ricerca assoluta di 'pieni poteri, tra mille commissariamenti e regole distorte alla decisione unica del leader. Uno degli esempi lampanti è la quantità impressionante di bandi pubblici cui non partecipa nessuno se non alcune aziende, e che vanno deserti, oppure bandi per assunzioni lampo e tante anomalie della democrazia della Giunta".

"Cosa porterà tutto questo? Semplicemente alla decisione da parte dei liguri, da sempre democratici nel Dna, da sempre grandi combattenti per la libertà, a mandare via certa politica e arrivare finalmente alla propria libertà, alla fine della gestione Toti/Berlusconi/Meloni, ovvero Massa, Milano e Roma. E dare finalmente la Liguria ai liguri. E tornare grandi", conclude Salvatore.

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