Addio Cesare Casapietra
Antesignano di Civ, associazioni imprenditoriali, dell'importanza e del valore del ceto
medio produttivo, Cesare Casapietra è stato una pietra miliare per politica ed economia genovese. Ci ha lasciato dopo una brevissima malattia, facendoci restare un ricordo di quel suo sorriso sotto i baffi che parlava più di mille parole. Ironia ed intelligenza, lungimiranza e volontà di difendere i valori del lavoro. Negli anni '70 “inventò” l'Uoes, Unione Operatori Economici di Sampierdarena, che portò la ex Manchester genovese ad essere un punto di riferimento nazionale. Amministratori, politici e potenti, attendevano con rispetto le decisioni e le iniziative di quell'unione di piccoli, medi e grandi imprenditori che, all'ombra della Lanterna, riuscì ad ottenere per la delegazione i momenti storici più importanti. Titolare di una tipografia di eccellenza in via Sampierdarena, davanti al Palazzo del Sale, fu dirigente Cna, ma soprattutto, da presidente Uoes, con grande carisma seppe trascinare tante persone a vincere battaglie sempre condotte con la massima tranquillità e serenità ma anche profonda determinazione e decisione, che resero Sampierdarena ricca di attività commerciali, bella, pulita ed esempio per Genova e non solo. Uomo dal carattere particolare, che suscitava sentimenti talvolta anche distonici, ha segnato un'epoca e tracciato un solco sul quale, anche oggi, si muovono associazioni di imprenditori, agendo per scopi non solo di utili economici ma pure sociali ed in unisono con la gente. Personalmente con Cesare se ne va una parte della mia vita, un amico fraterno che spesso, ancora adesso che aveva cessato la sua attività, si affacciava spesso nel mio ufficio per parlare di tutto, dalla politica a soprattutto gli “amarcord” del passato. Lui presidente Uoes, io addetto stampa di quella Associazione. Da lì il mio grande passo nel mondo del giornalismo. Credo di dovergli molto. Ci penso spesso, oggi, che sono in Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, a quelle riunioni anni '70 in teatri, uffici ma anche persino bar e ristoranti di Sampierdarena per migliorare una zona all'epoca da 100 mila persone. Erano gli anni di piombo e l'Italia aveva paura ma noi, nell'Uoes, credevamo nel futuro. Con Cesare ad altri amici credo abbiamo lavorato con onestà intellettuale ed impegno per costruire quanto, oggi, permette forse ad una società in crisi ed alla ricerca di se stessa, di sopravvivere al baratro. Con Cesare c'era amicizia vera, stima reciproca. Lo scrivo con le lacrime agli occhi ed alla lettura di questa notizia saranno davvero in molti a commuoversi perché Cesare non c'è più. Resterà sempre nei nostri cuori, come un esempio di chi ha saputo guardare oltre ogni apparenza ed in profondità. Un grande abbraccio, da questo sito, alle figlie. Cesare resterà nella storia; questo, per quanto è possibile, le conforti. Mercoledì alle 8.15 il funerale, presso la chiesa del Carmine in via Brignole De Ferrari, in zona via Balbi, a Genova.
Dino Frambati