Dialogo tra Elisa e Giovanni (9 anni)
Elisa Serafini ha immaginato un dialogo su Facebook con Giovanni, bambino di 9 anni,
per far sapere che non si sente sfortunata, perché tutto quello che le è successo nell’ultimo anno, comprese la separazione dal marito e le dimissioni da assessore comunale, le ha decise lei. Per far capire meglio il suo stato d’animo, Elisa spiega che ha accettato di affrontare le fatiche con lo stesso spirito con le quali le affronta il suo giovane amico, Giovanni, quando va a cercare funghi.
- Elisa, ultimamente mi sembri sfortunata
- Cosa te lo fa pensare, Giovanni?
- Mi sembra ti siano successe un sacco di cose in quest’ultimo anno
- Ah, ora ho capito, e capisco tu sia preoccupato. Ma vedi, sembra che mi siano “successe” delle cose, ma in realtà tutto ciò che ho vissuto l’ho scelto.
- In che senso?
- Nel senso che finché eserciti una libertà di compiere delle scelte, anche in conseguenza di scelte di altri, puoi ritenerti fortunato.
- Ma da fuori sembra diverso...
- Beh, Giovanni, a te piace raccogliere funghi, non è vero?
- Mi piace tantissimo.
- Ecco, metti che un giorno sei a raccogliere funghi in montagna. Degli altri bambini ti vedono chinato a raccogliere, pulire, e camminare, per tantissime ore, tutto sporco di terra e fango.
- Sì, succede spesso.
- Bene, vista da fuori potrebbe sembrare che tu ti stia annoiando, che qualcuno stia sfruttando il tuo lavoro, che tu stia facendo molta fatica...
- Ma a me piace invece
- Infatti, è proprio lo stesso. Tu hai scelto di andare per funghi, e hai accettato la fatica e le conseguenze negative, che puoi controllare, oltre che quelle positive. Io mi sento fortunata ad aver potuto lasciare il mio incarico politico, come mi sento fortunata ad aver potuto cambiare percorso in amore. Magari da fuori si può credere che sia stata male, ed è vero: nulla è stato semplice, e ho provato tanta fatica e dolore. Ma non mi sono mai sentita sfortunata: la “sfortuna” la vivono le persone che subiscono eventi irreversibili sui quali non possono avere controllo. Pensa ad un incidente o a una grave malattia. A loro dobbiamo stare vicini, e per loro dovremmo provare compassione ed empatia, come hai fatto tu con me. Io alla fine ho sofferto, è vero, ma ho potuto esercitare la nostra fortuna più grande: la libertà di scelta, e aprire la strada a nuove opportunità, a nuove scelte.
- Non ci avevo pensato. Allora sei fortunata.
- È così. Credo che finche avremo questo nella vita, potremo dirci fortunati.
- Come con la raccolta di funghi?
- Come con la raccolta dei funghi.
Dialogo con il mio amico Giovanni, 9 anni.