Autostrade non chiede scusa
Sfruttando la “ghiotta” occasione data dalla presenza di numerosi giornalisti (si parla di 300)
arrivati a Genova da tutto il mondo per assistere ai funerali delle vittime del crollo del ponte Morandi, Autostrade per l’Italia ha organizzato ieri una conferenza stampa per far conoscere, finalmente, il suo punto di vista sull’incidente.
A sottoporsi al tiro incrociato dei cronisti sono il presidente Fabio Cerchiai e l’amministratore delegato Giovanni Castellucci, che chiaramente hanno raccontato la posizione dell’azienda della famiglia Benetton.
Castellucci esordisce con delle scuse. Il mea culpa non si riferisce però al crollo del ponte, del quale Autostrade non vuol assumersi la responsabilità, ma è legato al fatto che l’azienda non ha “fatto sentire la vicinanza alla città”. Per le scuse per il crollo Autostrade preferisce attendere gli esiti dell’inchiesta della magistratura: “la responsabilità del crollo deve essere accertata”, ha specificato l’amministratore delegato. Si preannuncia pertanto un braccio di ferro legale tra azienda e governo.
Poi i due dirigenti promettono un nuovo ponte in otto mesi e 500 milioni di euro per le vittime e per la città. Offerta alla quale hanno risposto Luigi Di Maio, “non accettiamo elemosine”, e Matteo Salvini, “il minimo sindacale”.
Alla domanda di alcuni giornalisti che hanno chiesto se non trovassero irriguardoso organizzare una conferenza stampa a poche ore dalle esequie, i due dirigenti hanno risposto che si tratta di “sensibilità diverse”.
Autostrade ha cambiato agenzia di comunicazione, ora a seguire l’azienda è Barabino & Partners, agenzia genovese sempre molto sensibile ai problemi della città.