Serafini spiega perche’ lascia Tursi
Elisa Serafini ha motivato in un lungo post perché ha deciso di dimettersi da assessore.
Ho passato queste ore a stabilire cosa dire: tutto, niente, qualcosa. Ma se penso ai valori che ogni amministratore pubblico dovrebbe rispettare, non posso che fare un’unica scelta, che è quella di dire la verità, qualsiasi siano le conseguenze.
La frase che ho ripetuto più spesso in questo ultimo mese è “agirò secondo coscienza, e secondo coerenza”. E così ho provato a fare ogni giorno, fino a ieri.
Poco più di un anno fa, ho avuto la fortuna di poter partecipare a un grande progetto per la mia città, insieme a una squadra che ha scelto di sostenere un sogno condiviso.
Insieme abbiamo innovato, prodotto risultati, commesso anche molti errori, ma quello che più mi rende felice è che abbiamo potuto seminare le condizioni perché potessero finalmente scardinarsi alcuni tra i più dannosi sistemi clientelari che infestavano le nostre politiche pubbliche. Chi ha seguito la mia attività politica e amministrativa lo sa: spesso ho infranto veti, calpestato interessi speciali, ed è vero, ho fatto arrabbiare qualcuno, ma ho provato sempre a perseguire l’interesse generale, che poi, se ci pensiamo, è l’unico che conta.
Ho sempre pensato che l’innovazione fosse un processo che miete vittime e sancisce vincitori: è la distruzione creativa che spaventa chi desidera un mondo sempre uguale, sempre “suo”. Un mondo che io, ho provato - da sempre - a contrastare.
Ho interpretato quindi il mio ruolo come quello di un commissario. Grazie alla fiducia dei cittadini, abbiamo potuto ridurre costi, aumentare le performance, rinnovare processi e contenuti, e, infine, ho potuto condurre battaglie di coscienza politica, le cui cicatrici sono oggi indelebili su questa lettera. Ma proprio per questo, che rifarei altre cento volte.
Non avevo, e non ho ancora, abbastanza esperienza o maturità per capirlo, e probabilmente per accettarlo. Ma oggi più che mai comprendo quanto mi veniva spesso detto: per mantenere determinati ruoli, bisogna dimostrarsi flessibili. Accettare e affrontare alcune dinamiche che fanno parte delle regole del gioco, e che permettono, alla fine, di poter realizzare la propria “mission”.
Ho provato a farlo, ma in questo, evidentemente, non sono risultata efficace.
Questo non significa che mi senta migliore o peggiore di altri politici o amministratori. Mi sento semplicemente diversa e probabilmente inadatta a questo contesto politico.
Sono felice, gratificata e grata per l’opportunità. Ma il mio compito, in questa Giunta, è finito.
Voglio ringraziare il Sindaco per la fiducia che ha scelto di darmi ogni giorno. Fino a quest’ultimo. E chiedere scusa se, qualche volta, con le mie decisioni e posizioni “autonome”, posso aver creato dei problemi.
Come si dice in questi casi, farò un “passo di lato”, perché il mio impegno per rinnovare le politiche pubbliche, e per sostenere il nostro territorio, le battaglie di libertà, di merito, e di trasparenza, assumerà altre forme, ma non finirà mai.
Da alcuni mesi lavoro alla realizzazione del primo “incubatore” di politiche pubbliche. Un centro studi che possa aiutare gli amministratori di tutta Italia, a realizzare soluzioni efficaci sui territori. Quello sarà, da domani, il mio unico progetto pubblico. Per il resto, io mi fermo qui. Tornerò a essere un politico “di passione”, e non di professione, come scriveva Max Weber.
Grazie alle tante persone che mi stanno scrivendo in queste ore, a chi ha scelto di darmi fiducia.
E’ anche per voi che ho preso questa decisione.
Elisa