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Brindisi al reparto di Oncologia del Galliera

Il reparto di Oncologia del Galliera di Genova

Il reparto di Oncologia del Galliera di Genova

Oggi, presso il reparto di oncologia dell’Ospedale Galliera, i pazienti hanno festeggiato

il Natale insieme allo staff medico, al direttore Andrea De Censi, a Panarello, che ha omaggiato con i pandolci genovesi tipici del periodo natalizio, e all’agenzia di comunicazione marketing "Blue Lime", che ha organizzato l’iniziativa.  

Un brindisi anticipato per portare un po’ di allegria e spensieratezza in un reparto in cui le terapie non sono facili da affrontare, ma dove, grazie all’empatia che si viene a creare tra infermieri, medici, pazienti e familiari, si rende la “ciclicità” in ospedale più sostenibile.

 

«Un brindisi ricco di speranza, un modo per stare vicino ai pazienti nel percorso contro la malattia» spiega Chiara Carrara, responsabile marketing di Panarello, storica realtà genovese, simbolo della tradizione dolciaria ligure, che ha “profumato” il day hospital con cesti colmi di pandolci del capoluogo ligure.

«Un piccolo gesto per ricordare e ricordarci l’importanza della prevenzione e del ruolo fondamentale che gioca la ricerca contro il cancro» osserva ancora la Carrara.

 

Un impegno forte e costante è proprio la ricerca, il principale cardine della S.C. Oncologia Medica. Il direttore Andrea De Censi, ha ricevuto da qualche anno il prestigioso titolo di Professore Onorario dalla Queen Mary University di Londra, per l’eccellenza internazionale della sua attività di ricerca nel campo della prevenzione oncologica.
Lo stesso De Censi, che ha lavorato a stretto contatto con il professor Veronesi per 20 anni, ha tenuto a ricordare un concetto fondamentale: «La ricerca è il futuro dell’oncologia, mai come in questi ultimi anni la ricerca scientifica, in particolare anche al Galliera di Genova, ha raggiunto risultati straordinari. Negli ultimi anni, ci siamo concentrati sul filone del riposizionamento dei farmaci scaduti di brevetto, i quali hanno molto da dire in campo oncologico. Il tutto attraverso fondi finanziati dall’Unione Europea, dall’AIRC, dall’Agenzia Italiana del Farmaco e dal Ministero della Salute. Puntiamo alla ricerca no profit e negli ultimi tempi la nostra attenzione si è concentrata, per esempio, sul tumore del colon attraverso lo studio dell’aspirina, quella classica, anche a basso dosaggio. Non tutti sanno che previene le malattie cardiovascolari e la formazione delle metastasi. Un altro farmaco è la metformina, un anti diabetico, il più usato al mondo, invece, che riduce gli effetti dell’insulina, anch’esso ha un importante effetto anti tumorale. Per quanto riguarda il tumore ovarico, ad oggi stiamo analizzando l’exemestane nel tumore dell’ovaio, un farmaco italiano usato per la terapia del tumore alla mammella. Attualmente testiamo anche i farmaci più nuovi. Sono studi italiani, ed anche internazionali, ma capitanati da noi dell’equipe del Galliera, e per la città di Genova questo è senza dubbio un grande vanto. Infine, partecipiamo agli studi sui farmaci più innovativi, come gli immunoterapici, in diverse patologie».
Il tema della prevenzione nell’oncologia è fondamentale: si possono prevenire, almeno in parte, la formazione delle cellule tumorali?
«In primis, l’alimentazione unita ad uno corretto e salutare stile di vita: ci sono studi molto chiari a tal proposito, da anni, che evidenziano come l’attività fisica, il mantenere un peso ideale, il ridurre gli zuccheri nel nostro organismo, sono fattori che abbassano il rischio dei tumori. Ma ciò che fa abbassare fino al 30% la percentuale della nascita di tumori, è la nostra cara e vecchia dieta mediterranea: mangiare alimenti integrali, verdure, frutta, legumi, cereali, condire i cibi con l’olio di oliva e fare piccoli spuntini a base di frutta secca».
Ma il Galliera cosa offre e per cosa si distingue nel trattamento dei pazienti affetti da tumore? Il Dottor Andrea De Censi non ha dubbi a proposito: «Al Galliera puntiamo sull’accoglienza. Il paziente si sente a casa, in famiglia, in un ambiente ottimale grazie soprattutto alle infermiere e ai medici presenti nel padiglione, con il sentimento della tenerezza e dell’ascolto in primo piano Festeggiamo, dunque, tutti insieme con l’augurio di raccontare nuove storie di coraggio e di successo in cui la parola cancro non farà più paura».

Di Andrea Bazzurro

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