Muzio sul Piano Sanitario
Claudio Muzio, consigliere regionale di Forza Italia e relatore di maggioranza del Piano Socio Sanitario,
è intervenuto nella serata di ieri nell’aula di via Fieschi al termine del dibattito sul provvedimento, che è stato poi approvato con i voti favorevoli della maggioranza e il voto contrario dei gruppi di opposizione. Muzio è stato protagonista della lunga discussione sul Piano, svoltasi prima in Commissione Sanità e poi in aula, replicando in particolare alle affermazioni dei consiglieri dal Partito Democratico.
“In questi mesi che hanno preceduto il voto sul Piano Sanitario - ha detto Muzio - il PD ha messo in campo una sistematica campagna di disinformazione e di allarmismo. Ha combattuto battaglie di retroguardia per difendere situazioni ormai indifendibili nel sistema sanitario ligure”.
“In particolare - ha proseguito il consigliere regionale di Forza Italia - questa campagna ha avuto luogo nel territorio della ASL 4 Chiavarese, dove si è distinto il consigliere regionale del PD Luca Garibaldi, che ha ripetuto come un mantra che la ASL 4 sarebbe stata svuotata e chiusa e che gli ospedali sarebbero stati depotenziati, su tutti quello di Sestri Levante. Uno scenario catastrofico che non ha alcun fondamento né nel Piano Sanitario né negli altri atti che stanno strutturando la riforma della sanità promossa dall’assessore Sonia Viale, in primo luogo la legge 17 del 2016. Basta leggere i documenti per rendersene conto”.
“Ma soprattutto - ha affermato ancora Muzio - è incredibile che sia proprio il consigliere Garibaldi ad ergersi a paladino dell’ASL 4, lui che nel luglio del 2016, quando ci fu da votare in Consiglio Regionale un emendamento proposto dal suo collega di partito Valter Ferrando finalizzato a sopprimere le ASL ed unificarle in una sola, non votò né No, né Sì, né Nì: presente alla seduta, si assentò proprio in quel momento. Lui, che accusa noi di non avere coraggio, non ebbe il coraggio di votare No alla chiusura delle ASL. Ci sono i verbali di seduta a testimoniarlo”.
“La maggioranza invece - ha concluso - il coraggio lo ha avuto: il coraggio di mettere mano a un sistema sanitario che dopo dieci anni di governo regionale del centrosinistra rischiava di collassare su se stesso; il coraggio di guardare avanti, di guardare al futuro; il coraggio di mettere in campo una riforma di cui c’è un bisogno enorme. Sento persone che difendono la sanità pubblica e poi quando c’è un problema serio dicono al paziente ‘Vai in Lombardia o in Piemonte, perché là trovi la risposta’. Io credo invece che noi abbiamo bisogno di creare le risposte qui in Liguria, con una buona sanità che metta al centro il cittadino. Di questo abbiamo bisogno: non di una sanità comoda e di facciata, ma di una sanità d’eccellenza”.