Abbiamo scoperto il nuovo sindaco?
“No…no…no…”. Vi raccontiamo la storia di una curiosa situazione che riguarda un importante personaggio
genovese. Un personaggio che una vasta area di ‘moderati’ vorrebbe sindaco di Genova.
Potrebbe essere questa un’esclusiva clamorosa, dopo che si stanno leggendo sui giornali mille nomi di possibili candidati, uomini, donne, giovani e meno giovani, tutti quasi sconosciuti. Mentre, in gran silenzio, una grande area di cittadini guarda a questo signore come ad un sindaco che potrebbe, in un certo senso, ‘salvare’ la città dalla sua inezia e dalla sua pigrizia infinita.
La verità è che questo personaggio non ne sa niente e dice “no…no…no…!!! Lasciatemi stare, ho altri pensieri per la testa”.
Via, sveliamo il mistero: questo ‘uomo nuovo’ si chiama Gregorio Fogliani, il creatore, fra le altre cose, di ‘Qui! Ticket’, società dei buoni pasto che lavora con le mense aziendali e che ha cambiato recentemente il nome in ‘Qui! Group’. Uno che negli anni Novanta, dopo essere atterrato a Genova negli anni Settanta, ha investito in quello che lui ritiene la base per un forte rilancio genovese, cioè innovazione, ricerca e sviluppo. Uno della cosiddetta ‘società civile’ o meglio della ‘società produttiva’. Perché uno che produce come lui, a Genova, ce ne sono pochi.
Il suo è un percorso pieno di successi, cresce con lui lo sviluppo, ma anche il ruolo imprenditoriale: diventa consigliere della Camera di Commercio, membro del Consiglio di Unioncamere, promotore della Fondazione benefica ‘Qui Foundation onlus’. Insomma, per coloro che lo conoscono uno che sarebbe adatto, per le sue competenze, tecniche, sociali, commerciali, un sindaco eccellente.
E lui? Siamo andati a trovarlo nei suoi ‘salotti’ di via XX Settembre, con vista sull’antica chiesa di Santo Stefano (sarà lei ad ispirarlo?).
Allora, Fogliani sindaco?
“Per carità lasciatemi stare, io non ne so niente e non voglio entrare in quel mondo. Anche se la politica dovrebbe risolvere i nostri problemi genovesi”.
Possiamo sapere da un imprenditore come lei che città sta vivendo?
“E’ una città piuttosto ferma. Il mio gruppo rimane comunque a Genova per un fatto affettivo, di legame con il territorio. Ricordo che ho quasi 1.000 dipendenti, dei quali 500 a Genova, la cui età media è di 32 anni, le quote rosa da noi sfiorano il 70% una proporzione mai mutata”.
Il vostro Gruppo è un po’ come una grande famiglia?
“In effetti, io tengo molto alla famiglia: ho due figlie, Chiara e Serena, che lavorano in azienda ricoprendo ruoli importanti. Insieme raggiungiamo risultati molto positivi con un fatturato 2016 di oltre 650 milioni di euro”.
Allora Fogliani, diciamo quello che lei (se fosse sindaco) farebbe?
“Nulla di impensabile. Vorremmo lavorare in una città che non ci penalizzi negli spostamenti, che non risponda sempre no ad ogni iniziativa e dia risposte veloci a chi fa impresa”.
Lei si sentirebbe di tirarla sù?
“No, no, no, non torniamo sulla faccenda del sindaco. Io dico quello che penso da imprenditore e che vorrei si realizzasse”.
Lei crede nei valori della legalità e della trasparenza?
“Certamente il Qui! Group è stato uno dei primi ad ottenere il Rating di legalità dell’Antitrust. Il Rating certifica secondo altissimi standard che l’impresa opera sul mercato con correttezza”.
Ecco, questo è a grossi tratti il personaggio che una certa città ‘moderata’ vorrebbe che salisse a Tursi, comunque un tipo simile.
Gregorio Fogliani nega, nega su tutta la linea. Resta, tuttavia, la sensazione che siano questi i tipi di persone che potrebbero andare a guidare la nostra città. Uomini decisi, competenti, coraggiosi che hanno in mente, come obiettivi, lo sviluppo, l’innovazione e a ricerca.
I ‘moderati’ (sono già state raccolte centinaia di firme) dovranno purtroppo rassegnarsi. Il “no, no, no…” di Fogliani è talmente deciso che si allunga fino all’antico altare della chiesa di Santo Stefano.
Vittorio Sirianni