Alleanza PD-Azione, Toti al bivio: tornare da Berlusconi o andare con Renzi
Dopo i battibecchi degli ultimi giorni tra Enrico Letta e Carlo Calenda (“l’accordo col PD lo fa Renzi”), la nascita del terzo polo sembrava ormai imminente. Invece, ecco il colpo di scena: il patto del 30% (dei seggi uninominali) tra PD, Azione e +Europa.
Un accordo che scompiglia le carte a chi stava lavorando, con lo stesso Calenda, al nuovo centro, Matteo Renzi e Giovanni Toti. L’ex premier a Controcorrente ha parlato di “Un’occasione persa”, il governatore della Liguria a Primocanale lo ha definito “Un errore”.
L’amarezza dei due leader è evidente, perché senza quei partner, Azione e +Europa, che nei sondaggi valgono il 6,8%, far nascere un nuovo polo diventa una missione quasi impossibile.
Renzi ha già detto che alle elezioni politiche andrà da solo, ma che è disponibile a imbarcare alleati. Ma quali? Ad oggi, fuori dalle coalizioni ci sono il ‘Movimento 5 Stelle’ di Giuseppe Conte, ‘Impegno civico’ di Luigi Di Maio e ‘Italia al centro’ di Giovanni Toti.
L'ex premier è passato dall’essere l’avvocato degli italiani al leader meno richiesto dai politici nazionali.
Il ministro degli Esteri potrebbe non resistere alle sirene del PD.
Renzi ha dimostrato più volte di essere politicamente imprevedibile, pertanto potrebbe anche lui cedere al PD. E per il leader di Italia Viva rientrare in gioco nel partito ora guidato dall’ex amico, al quale aveva detto “Stai sereno”, sarebbe una grossa rivincita.
Toti, che ha escluso possibili patti con PD e M5S, deve ora decidere con chi schierarsi. E deve farlo velocemente, per non restare con il cerino in mano.
Sceglierà l’usato sicuro, il centrodestra, o tenterà nuove avventure?