Crisi di governo, l’agenda Draghi e gli enti locali
L'esecutivo guidato dal professor Mario Draghi ha conseguito risultati importanti in politica estera, nell'attività resa per contrastare la pandemia, nella riduzione degli oneri fiscali a carico dei lavoratori dipendenti, nel sostegno ai titolari dei redditi più bassi per salvaguardarli dall'erosione dell'inflazione che ha raggiunto l'8%, nella difesa della competitività delle imprese, nella ricerca di fonti alternative con riguardo all'approvvigionamento delle risorse energetiche, nell'avvio delle riforme richieste per accedere ai finanziamenti previsti dal Pnrr, nell'individuazione di meccanismi di stabilità applicati alla finanza pubblica.
Aver interrotto l'attuazione dell'agenda Draghi è stato un fatto doloso e incompatibile con l'interesse nazionale.
L'appello a sostegno del governo sottoscritto dai sindaci di diverso orientamento politico (fatta eccezione per quelli aderenti al partito di Giorgia Meloni) era il grido d'allarme di chi quotidianamente è chiamato a fornire risposte ai cittadini guardandoli negli occhi, facendosi carico dei loro bisogni reali e, in questa fase, del loro mutato potere d'acquisto.
Tra la quasi totalità dei sindaci oggi risiede la fondata preoccupazione che la Legge di Bilancio non venga approvata entro il 31 dicembre; nel caso si andrebbe incontro all'esercizio provvisorio e alla conseguente riduzione della capacità di spesa da parte degli enti locali.
Buon ultimo: il Pnrr per l'Italia vale 191 miliardi.
Da questi fondi dipende la possibilità di realizzare opere pubbliche d'importanza strategica per i territori.
Per gli amministratori locali è intollerabile che questo percorso, ancora tutto da perfezionare, sia stato messo a rischio dal comportamento adottato da un nutrito numero di parlamentari.
In una fase storica dominata da gravi turbolenze, la crisi di governo e la fine anticipata della legislatura privano l'Italia di un esecutivo nella pienezza delle sue funzioni e con alla guida una personalità in possesso di straordinarie competenze, riconosciuto in Europa e nel mondo come l'uomo del "whatever It takes".
Non deve sfuggire come il nostro sia un Paese esposto a un debito pubblico di rilevanti proporzioni, che nel medio periodo più di altri subirà le conseguenze dell'aumento dei tassi d'interesse deliberato dalla Banca Centrale Europea.
La Commissione Europea prevede poi una riduzione volontaria del 15% nel consumo di gas fino al 31 marzo 2023; questo varrà un punto percentuale e mezzo di Pil.
Le economie meno solide, come la nostra, sono maggiormente esposte agli effetti di decisioni come questa.
Sì: l'Italia merita proprio una classe dirigente diversa da quella che ha privato l'agenda Draghi della necessaria continuità.
Gian Luca Buccilli
Capogruppo della lista Civica a Recco