Il cerchio magico della Cavo
All'interno di Forza Italia, anzi di tutto il centrodestra, cresce il malumore nei confronti dell'assessora alla cultura
(con la c minuscola) Ilaria Cavo per i suoi atteggiamenti comportamentali. In Regione si è creato una specie di cerchio magico con i suoi amici più stretti e i cortigiani più fedeli e il suo ufficio è accessibile solo per loro. Per tutti gli altri la porta è rigorosamente sbarrata. Anche chi avrebbe bisogno di parlare direttamente con lei, deve accontentarsi di riferire solo alle sue segretarie.
Già aveva sorpreso il fatto che avesse scelto come sua collaboratrice la giornalista Margherita Rubino, da sempre schierata a sinistra. Ma le perplessità derivano soprattutto dai suoi atteggiamenti di superiorità. La puzza sotto il naso, a onor del vero, ce l'aveva già quando Maurizio Rossi l'aveva nominata direttrice di Primocanale, ma l'autostima è aumentata notevolmente da quando ha anche il potere politico.
Qualcuno, amante dei paragoni, sostiene che Ilaria Cavo sta a Giovanni Toti come Maria Elena Boschi sta a Matteo Renzi. Ma c'è anche chi ha suggerito a Toti di rispedire la bella Ilaria a Milano da sua moglie Siria Magri per risolvere i delitti insoluti. La Cultura (quella con la C maiuscola) è un'altra cosa.