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La Carige non avra' proroghe

Vittorio Malacalza

Giornalisti che assicurano di avere fonti interne nella Banca Carige assicurano che la strategia dell'istituto di credito

genovese sarà questo: andare in missione a Francoforte per ottenere dalla Banca Centrale Europea un rinvio per la presentazione del piano industriale. Negli articoli non viene citata la Banca d'Italia, che invece, si è affiancata sin dal primo momento alla BCE.
Queste fonti interne assicurano che la proroga verrà concessa: se non di due mesi, come desiderato, almeno di uno.
A Genova3000 risulta invece che siano già stati fatti sondaggi informali e che Banca Europea e Banca d'Italia siano irremovibili, il termine del 31 maggio deve essere rispettato. Hanno infatti l'impressione che a Genova si cerca, come suol dirsi, di menare il can per l'aia, perché Vittorio Malacalza vorrebbe evitare l'ingresso del Fondo americano Apollo, che sarebbe destinato a fare la parte del leone (e il "povero" Malacalza ci verrebbe a rimettere qualcosa come 160 milioni di euro, più di 300 miliardi di vecchie lire).
Mario Draghi, che è al vertice della Bce, obietta infatti che la Banca Carige sapeva da tempo di dover preparare un piano industriale.
E l'offerta di Apollo non è certo un fulmine a ciel sereno. La prima lettera era stata inviata il 10 febbraio, la seconda il 23 marzo. La Banca Carige, insomma, aveva tutto il tempo per preparare il piano. Perché non l'ha fatto? Secondo i maligni il piano industriale non è stato preparato perché non ci sono le condizioni per farlo (dove Malacalza potrebbe trovare tutti i milioni che servono?). L'arrivo del Fondo Apollo è inevitabile. Vittorio Malacalza e i diletti figli Davide e Mattia, devono rassegnarsi.

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