La delusione di Montani
L'ex amministratore delegato di Banca Carige Piero Montani ha preferito evitare l'assemblea del commiato.
Sapeva che avrebbe ricevuto critiche e magari fischi. Così se n'è rimasto a casa mandando a dire che stava poco bene.
Dal punto di vista finanziario Montani può essere soddisfatto, ha arricchito il suo conto in banca. Solo nel 2015 ha ricevuto 1,7 milioni. 1,25 di stipendio fisso più 473 mila euro a titolo di incentivo. Ma per il resto, visti i risultati, è stata una sconfitta su tutta la linea. Tanto che l'avv. Vincenzo Mariconda, legale della famiglia Malacalza, ha definito gli uomini del vecchio vertice (in pratica lui e il presidente, il principe Cesare Castelbarco Albani) "molto deludenti e inadeguati".
Montani, infatti, ci teneva a fare il profeta in patria. Perché, anche se da anni si è trasferito in Brianza e ha fatto carriera nella BPM, è genovese purosangue. Di Sampierdarena, per la precisione. E aveva preso il diploma di ragioniere all'Istituto Abba.
Piero Montani era cresciuto nel mito della vecchia Cassa di Risparmio di Genova e Imperia. Non avrebbe mai immaginato che sarebbe stato lui a dare il colpo di grazia alla Banca Carige. Era tornato volentieri a Genova proprio per rilanciarla.