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Victor Rasetto: Serafini? Sindaco incapace!

Victor Rasetto del Pd

Intervista con il big genovese del Partito Democratico, Victor Rasetto, che analizza

la situazione a Tursi dopo le dimissioni a sorpresa dell’assessore Elisa Serafini.

1) Le dimissioni della Serafini, segno del primo problema interno alla giunta Bucci? 

È il segnale evidente di un indebolimento di una giunta, già qualitativamente debolissima e di un Sindaco incapace di gestire un gruppo, che confonde la leadership con il comando. In politica serve la leadership, non il comando, serve il gioco di squadra, non il capo autoritario. Le dimissioni di Elisa Serafini, unico assessore liberale, trasversale, europeista dimostrano la sempre più marcata sudditanza del Sindaco Bucci alla linea populista leghista. È arrivato il momento, anche a Genova, per chi si riconosce in un'area liberale ed europeista, sia nel centrosinistra che nel centrodestra, di iniziare a parlarsi, di creare una testa di ponte per dare forma politica alla vera e nuova contrapposizione di oggi: nazionalisti populisti da una parte, liberali europeisti dall'altra. Con gli schieramenti tradizionali il populismo stravince. 

2) Il Pd di Martina riparte dalle periferie. È la scelta giusta per lei? 

È una frase che ho sentito cento volte e spero sia utile, sempre che non si riduca ad un impasto di propaganda e comunicazione leggera ad uso social o mass media. Il Pd deve riconoscere la realtà,  non negarla, smetterla di fare a pugni col senso comune delle persone, rintanandosi in vecchie battaglie ideologiche. Deve dare risposte chiare e diverse dal governo, a poche ed imprescindibili questioni : lavoro, tasse, burocrazia, immigrazione, europa. Invece vedo un'opposizione ambigua, con due pesi e due misure, come se si volesse calibrarla distinguendo fra Lega e 5 stelle. Contro il populismo leghista del "chiudiamo i porti" si risponde in modo altrettanto populista con "apriamo i porti". Ma è una proposta politica sull'immigrazione questa? Contro il populismo pentastellato del "decreto dignità" una parte del Pd pensa di votare a favore. Ma è possibile? Vedo un gruppo dirigente inadeguato e avvitato su se stesso, la cui priorità credo non sia salvare il Pd. Serve un congresso subito, il cui oggetto sarà se e come possono ancora stare insieme visioni, culture e progetti differenti.

3) Nel genovesato il prossimo anno si vota a Rapallo e Santa Margherita Ligure. Come può il centrosinistra vincere in due comuni tradizionalmente di centrodestra? 

Deve fare quello che ha fatto a Sestri Levante, unico comune in controtendenza rispetto alle dinamiche regionali e comunali: una proposta credibile, una squadra aperta alla città, una leadership capace e all'altezza della sfida. Così potremmo giocarcela. 

4) Come giudica il patto giallo – verde nel Municipio Centro Ovest? Durerà? 

È un mero accordo di potere organizzato da un presidente "commissario" e dal gruppo 5 Stelle sulla base di pressioni regionali e nazionali. Non c'è null'altro. Tireranno a campare, senza nessun vantaggio per i cittadini e il territorio del Centro Ovest. 

5) Le Regionali del 2020 si avvicinano. Per lei battere Toti è un'utopia?

È sempre più marcata la debolezza nell'azione di governo di un centro destra ormai al palo. Alla fine, quando l'amministrazione si riduce alla sola comunicazione, le crepe vengono fuori. La vittoria di Scajola, quella di Melgrati e l'arrivo dei colonnelli di Forza Italia che si precipitano nella nostra città, ne costituiscono l'avvisaglia. Dipenderà, come sempre da noi. La tradizionale alleanza politica e sociale di centro sinistra non basta più. Va cambiata radicalmente la proposta politica, con nuove alleanze, aprendo a tutti coloro che possono votarci, senza steccati. Solo con una forte mobilitazione civile e con un vero investimento su pezzi di società ligure e su una nuova leadership che li rappresenti, potremmo farcela.

Di Andrea Bazzurro

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