La nuova geografia politica ligure
Quasi tutta la Regione Liguria, un tempo roccaforte socialista o comunista almeno per oltre la metà del suo territorio,
è ora in mano al centrodestra. E chi lo avrebbe mai detto. Non solo l'ente di piazza De Ferrari per la seconda volta nella storia, dopo il quinquiennio di Sandro Biasotti dal 2000 al 2005, è ad appannaggio del blocco conservatore. Per la prima volta, Genova, La Spezia e Savona hanno il cuore che batte a destra. Chiavari ha un esponente di una lista civica centrista, Di Capua, che nel 2017 sbaragliò il centrodestra dell'uscente Roberto Levaggi, ad Imperia ritorna a vincere un centrodestra atipico con Claudio Scajola. Nel frattempo, il Movimento Cinque Stelle nella nostra regione non vincono nemmeno nei comuni sotto i 3000 abitanti.
Il centrosinistra si rifà solo in piccoli centri: vedi Sestri Levante, al primo turno addirittura, con Valentina Ghio, e a Camogli con Olivari (vittoria difficile viste le spaccature interne della coalizione che aveva due candidati ufficiali) e nell'entroterra genovese Montoggio con Fantoni che resta in sella. Persino nelle Municipali del Centro Ovest regge per ora l'alleanza romana gialloverde con il leghista Renato Falcidia alla presidenza appoggiato dai grillini di Michele Colnaghi. Profondo rosso per un Pd da rifondare, che incassa tre ko storici nella rossissima (o ex) Toscana: Pisa in primis, quindi Massa e Siena, la patria del Pd e della Monte dei Paschi.
In vista nel 2019, il centrosinistra teme di subire altre tre baccate: a Recco, a Santa Margherita Ligure e a Rapallo, cittadine tradizionalmente di centrodestra, ed in mano a sindaci di questa area politica, Capurro, Donadoni e Bagnasco, rispettivamente.