Aggressione autista Amt, la solidarietà dell’assessore Campora e i comunicati dei sindacati Faisa-Cisal e Ugl
“Quanto accaduto lunedì sera a un autista AMT, preso a pugni in faccia per avere cambiato il percorso dell’autobus, è gravissimo. Da parte mia, della Giunta e del Comune di Genova, massima solidarietà non solo al lavoratore vittima di questa vergognosa aggressione, ma anche a tutti i dipendenti dell’azienda che sono oggetto, a bordo dei mezzi del trasporto pubblico locale, di minacce e violenze, verbali e fisiche. Per fare subito chiarezza sull’accaduto, e impedire il ripetersi in futuro di episodi di questo genere, giovedì ci sarà una riunione con l’azienda e le organizzazioni sindacali: continueremo a lavorare insieme, come abbiamo fatto in tutti questi anni, per garantire la sicurezza dei lavoratori di AMT”. Lo ha detto l’assessore alla Mobilità Integrata e Trasporti del Comune di Genova Matteo Campora.
Il comunicato di Faisa-Cisal, Cgil, Cisl e Uil Trasporti
Negli ultimi anni, dopo la ripresa susseguitasi alla crisi pandemica, il TPL a Genova ha subito grandi mutazioni a causa del traffico congestionato, per l’avvento di nuove forme di mobilità che non sono facilmente coniugabili con il trasporto tradizionale, con i cantieri che sono sorti in molte parti della nostra città, e oltre a questi aspetti ci sono diverse abitudini della società che sono cambiate ed è cresciuto sia il traffico privato che la domanda di Trasporto Pubblico.
Le scriventi OO.SS. hanno dapprima più volte sensibilizzato AMT riguardo alle condizioni di lavoro del Personale Viaggiante esasperate da tempi di percorrenza assolutamente inadeguati, per poi, in mancanza di risposte organizzative TANGIBILI da parte aziendale, esortare con il comunicato del
19 aprile u.s. affinchè venisse programmato un servizio che prevedesse un’adeguata quantificazione dei tempi di percorrenza. Abbiamo posto l’accento, se mai ce ne fosse stato bisogno, sul fatto che, in presenza di un servizio offerto al pubblico che su più linee urbane mancava di regolarità, si stava mettendo a repentaglio la sicurezza delle Lavoratrici e dei Lavoratori aumentando le pressioni da parte della clientela e, con esse, il rischio di aggressione.
CREDEVAMO DI AVERLO SCRITTO IN MANIERA CHIARA.
A seguito di mancati interventi, abbiamo informato l’Azienda che le aggressioni verbali nei confronti dei dipendenti erano esponenzialmente in aumento, in particolar modo sulla linea 1, in perenne e costante sofferenza (tagli necessari addirittura alle 6 della domenica mattina), abbiamo chiesto nuovamente, prima che le aggressioni verbali diventassero fisiche, tempi di percorrenza adeguati,e che fosse convocata la commissione verifica percorrenze, per dare noi stessi in primis il nostro contributo, abbiamo sottolineato in diverse sedi, quanto una direttrice principale come la linea 1 fosse in sofferenza in molte fasce orarie, e quanto di conseguenza fossero esasperati i Lavoratori e la clientela che fruiva di un servizio lubrico.
Ieri, primo giorno del servizio estivo, si è arrivati dove non sarebbe mai dovuto: un nostro collega, appena sceso dall' ennesimo bus della linea 1 che non avrebbe raggiunto la sua naturale destinazione ma era "tagliato" a Prà, si è visto sferrare due pugni in faccia. La sua colpa? Essere un TRANVIERE e rappresentare in quel momento la sua azienda che ha continuato a essere sorda e cieca: due pugni sferrati da una persona violenta, che sfogava anche verbalmente la sua rabbia contro un servizio totalmente inadeguato.
Per noi non è accettabile che il Personale Viaggiante sia sottoposto a questi atti di violenza, causati principalmente dall’azienda che non è in grado di programmare un servizio adeguato e di far lavorare i colleghi in maniera dignitosa.
NON SIAMO DISPONIBILI A SACRIFICARE LA SICUREZZA DEI LAVORATORI.
SE NON AVREMO RISPOSTE LA CATEGORIA SARÀ PRONTA ALLA LOTTA!
Il comunicato di Ugl Autoferro Genova
Ieri un autista è stato letteralmente preso a pugni in faccia da un utente, il giorno prima altri due autisti aggrediti verbalmente perché a dire da qualche utente avevano atteso troppo i bus.
La Ugl Autoferro di Genova, audita in Commissione Consiliare sulla questione sicurezza, congiuntamente alle altre Organizzazioni Sindacali, ha ribadito con forza alcune criticità che assumono conseguenze importanti nella valutazione della sicurezza del personale front line.
In primo luogo abbiamo portato l’attenzione sulla necessità di rivisitare i tempi di percorrenza: infatti, la presenza di situazioni che non sono verosimili, sia in termini di tempi che di carico, non fa che aumentare il rischio critico per il personale, che si trova a dover gestire un disservizio, quale quello della frequenza troppo diradata nel tempo, con relativo eccessivo carico, creando una situazione di disagio che non garantisce un servizio efficace e può, facilmente, generare in situazioni di tensione.
Abbiamo, poi, rimarcato la necessità di avere un numero superiore di guardie giurate a bordo. Questo strumento, adottato con il Protocollo Sicurezza, rappresenta un ottimo deterrente per salvaguardare la sicurezza di personale ed utenza, ma a nostro avviso non è sufficiente: serve potenziare il servizio, per aiutarci a ricostruire un clima di rispetto e civiltà nell’utilizzo dei mezzi pubblici.
Ci teniamo, in questa sede, a sottolineare che la presenza massiva di guardie a bordo – ottenuta grazie alle nostre prese di posizione ed ai nostri scioperi – non rappresenta affatto una militarizzazione del servizio, così come non significa voler lanciare segnali di “pericolo” per l’utenza: piuttosto rappresenta la certezza di un servizio controllato e garantito, almeno in termini di salvaguardia e sicurezza, dove si possa viaggiare con serenità, sia come utente che come lavoratore.
Rimandiamo quindi al mittente eventuali accuse di chi volesse appellare la presenza di forze dell’ordine come di un "comportamento squadrista”, che possa solo mettere paura agli utenti e disincentivare l’accesso al servizio: questo termine, già usato in altre situazioni per apostrofare i lavoratori, non fa, al contrario, che esasperare certi atteggiamenti e minimizzare una situazione sociale che va ricostruita capillarmente. E’ chiaro che questa operazione non è possibile senza l’ausilio delle Forze dell’Ordine, anche perché altrimenti l’unico titolare di autorità in vettura sarebbe il personale front line, con i rischi e le conseguenze che ben conosciamo e che non permetteremo più si scatenino contro le lavoratrici ed i lavoratori di AMT.
Piccardo Roberto segretario Regionale Ugl Fna.