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Rifiuti da coronavirus, Eco Eridania eccellenza in Italia

Riportiamo il comunicato di Eco Eridania sullo smaltimento dei rifiuti a rischio coronavirus.

In questo momento di assoluta emergenza il buon senso dovrebbe imporci di gestire il rifiuto di origine urbana prodotto da persone in quarantena presso la propria abitazione al pari dei rifiuti pericolosi a rischio infettivo: questo per evitare inutili rischi di contagio. Mai come in questo momento diventa fondamentale il settore dello smaltimento dei rifiuti: se fino a ieri il problema era circoscritto solo in ambito sanitario, oggi risulta chiaro che i rischi arrivano fino alle case della gente, soprattutto in caso di presenza di persone positive al COVID-19 o di persone comunque in quarantena e in attesa di tampone.

Non dobbiamo però spaventarci o creare falsi allarmismi: in Italia il settore della gestione dei rifiuti speciali, compresi quelli a potenziale rischio infettivo - come i rifiuti da COVID-19 - presenta eccellenze nazionali abituate a trattare quotidianamente questa tipologia di rifiuti in assoluta sicurezza sia per gli operatori coinvolti che per l’ambiente.

Il Gruppo Eco Eridania conta 11 società controllate, 33 filiali su tutto il territorio nazionale e può disporre di impianti di stoccaggio, termovalorizzatori e depuratori di proprietà o gestiti direttamente: grazie a questa capillare diffusione e a questa disponibilità di impianti è in grado contribuire insieme agli altri operatori della filiera la corretta gestione dell’attuale emergenza in totale sicurezza.

Il reale pericolo non è la gestione dell’aumento del rifiuto ma piuttosto il fatto che alcune regioni stiano attivando procedure per la gestione dei rifiuti da coronavirus declassandoli a rifiuti urbani, un profilo a rischio assai minore e che potrebbe portare a conseguenze decisamente pericolose.

I rifiuti urbani provenienti dalle abitazioni dove soggiornano soggetti positivi al tampone in isolamento o in quarantena obbligatoria, dovrebbero essere considerati equivalenti a quelli che si possono generare in una struttura sanitaria – scrive l’Istituto Superiore di Sanità, esplicitando come mescolando rifiuti pericolosi a rifiuti urbani si provochi un rischio infettivo che porterebbe realmente ad un’emergenza rifiuti ad oggi inesistente.

Ci preme in ultimo segnalare che nessuno dei nostri impianti di termovalorizzazione dove vengono smaltiti i rifiuti a potenziale rischio infettivo ad oggi è mai stato chiuso dalle autorità competenti a causa del superamento dei limiti di emissioni consentite.

Eco Eridania

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