Gnecco contro Preziosi
Divertente. Mentre la redazione sportiva del "Secolo XIX" si distingue per la fedeltà a Enrico Preziosi,
un suo giornalista Giuliano Gnecco, che qualche anno fa dallo sport fu trasferito in cronaca (per accontentare Preziosi, si disse) nella sua pagina di Facebook si diverte ad attaccare il presidente. Ecco il suo ultimo racconto nella sua pagina di Facebook.
L’amarezza è tanta, la voglia di festeggiare zero. Ma nel deludente Uruguay che - fra le favorite - è stato eliminato dalla Copa America del Centenario dopo soltanto due partite, c’è un giocatore che ha scritto una pagina di storia: con quelle racimolate nella competizione che si disputa negli Stati Uniti, Maxi Pereira diventa il recordman di presenze nella Nazionale celeste. Ben più di fenomeni come Ghiggia, Schiaffino, Francescoli.
E dire che Maxi Pereira, il quale ha piantato radici in Portogallo, poteva essere un giocatore del Genoa. Già, settembre 2007, a bordo della Msc Rhapsody si svolge la V edizione della Crociera del Cuore Rossoblù. A bordo c’è Pato Aguilera, uno dei giocatori più amati dalla Nord, diventato collaboratore del procuratore Paco Casal, che ha in mano praticamente tutto il mercato uruguagio. Pato siede per cena al tavolo con Gustavo Gamalero (ex rappresentante del Pri a Genova durante la prima Repubblica) e suo nipote. Aguilera confida: “Io sono rimasto genoano nel cuore, e se mi capita di vedere un giocatore da Genoa, non manco di consigliarlo. Ho un giocatore che sarebbe perfetto. L’ho consigliato al presidente Preziosi ma non mi ha neppure risposto. Costava niente, invece è finito al Benfica. Si chiama Maxi Pereira, lo vedrete in Champions League”.
Maxi Pereira, dopo aver vinto parecchio con il Benfica, si è trasferito al Porto. E sì, in Champions si è fatto ammirare. Ma non è l’unico colpo mancato. Aprile 2006, il Grifone gioca a Lumezzane nel quale entra dalla panchina un giovanissimo Balotelli, in prestito dall’Inter. Il Genoa vince grazie a una magistrale punizione di Ciccio Grabbi. In tribuna, il compianto Pippo Spagnolo smoccola contro Dante Lopez: “Questo non è un calciatore! E’ il figlio del barista del bar dello stadio di Assuncion”, sentenzia. Accanto a lui, svetta la figura di un altro campione del Genoa che fu: Tomas Skuhravy.
Il gigante boemo non si dà pace: “Non capisco, ho suggerito al Genoa il nome di un ragazzino slovacco che è un fenomeno. E’ giovane e costava due lire. Invece niente, non mi hanno ascoltato. Ora il ragazzo gioca da queste parti: lo ha preso il Brescia. Si chiama Marek Hamsik”. Il quale non ha bisogno di ulteriori presentazioni.
Sono due casi clamorosi, ma mica gli unici. Nel 2010 Robert Lewandoski (sì, proprio quello che ora furoreggia nel Bayern Monaco dopo aver fatto faville al Borussia Dortmund) fa un provino al Genoa. Si allena a Pegli, agli ordini di Gasperini, per una decina di giorni. Veniva da valanghe di reti con il Lech Poznan e si vedeva che si trattava di un giocatore interessante: “Il Genoa fu davvero a un passo dal prenderlo - racconta il suo agente, Cezary Kucharski - Ma alla fine il presidente Preziosi disse che il ragazzo era troppo costoso per loro, e sfumò tutto”. Con le cifre raggiunte successivamente da Lewandoski, sarebbe stata comunque una discreta plusvalenza.
Infine, nel 2010 il Grifone acquista il centrocapista argentino Nicolàs Domingo. Fa tutto il ritiro, ma non gioca mai. Così a ottobre torna in Patria. Paga il fatto di essere stato portato da Alessandro Gaucci, già caduto in disgrazia, quando all’epoca a fare mercato ci sono troppe teste: Enrico Preziosi, suo figlio Fabrizio, Giambattista Pastorello e Stefano Capozucca. Così i pupilli di Gaucci pagano. Inciso: Domingo oggi gioca titolare nel River Plate di Buenos Aires, che non è propriamente il Roccacannuccia o il Roccapepa.