Tribuna sportiva - Nel nome di Vialli una nuova Samp
Domenica, a Marassi, non ha vinto il Napoli. Hanno vinto l’amore, l’orgoglio, il commovente ricordo di un personaggio che rimarrà sempre nel cuore di tutti noi.
Quanti striscioni, quante lacrime, quanti saluti pieni di pioggia per un indimenticabile campione! Ma, come si dice, bisogna andare avanti. Lo ha ricordato anche lui, Luca, che si era dato una missione: dire ai giovani di non fermarsi mai. E, in questi momenti commentati da tutto il mondo, ci piace segnalare un concetto che assomma tutto il bagaglio culturale di Vialli: certe vite sono così belle che vanno calcolate per la loro intensità e non per la loro lunghezza.
Vialli ha vissuto questo tipo di vita, piena, soprattutto di quello che una vita poteva dargli.
La partita, certo, non è finita bene, ma era in parte previsto. L’avversario era di molte spanne superiore, e poi in 10 uomini per 70 minuti, via la situazione era insostenibile.
Alla fine, ha avuto ragione Stankovic, anche lui preso da forti emozioni: “Siamo usciti a testa alta”.
A testa alta, perché la squadra si è vista, pur con certi limiti, ma con un altro spirito, con altra determinazione, con altra consapevolezza, quella di poter giocarsi le gare con nuove e buone carte. La sensazione, specie dopo un primo tempo ben giocato, è stata che con tutte le avversarie della parte destra della classifica la Samp potrà essere competitiva.
Evidentemente il ‘bagno turco’ ha dato qualche buon risultato. Intanto, il senso del collettivo, la voglia che si è vista in tutti di giocare per una maglia, anche se si capiva che domenica non mancava l’orgoglio di dedicare tutto al loro grande indimenticabile amico.
Anche i nuovi innesti sono sembrati niente male. Quel Lammers, ad esempio, è piaciuto, per essersi già inserito e per aver messo in vetrina un bel senso del tiro in porta. Certo la presenza di Audero è sempre fondamentale: grande, grande.
Insomma, la Samp è sembrata finalmente una squadra viva, uscita da una ubriacatura sia fisica sia psicologica.
Certo le capacità offensive della Samp sono poche, e di quel poco tanto viene sprecato, mentre gli avversari colpiscono senza scampo. E poi esiste (purtroppo) anche un arbitro che si inchina al ‘Dio-var’, accettando di dare un rigore che non esiste. Ma guai a non assecondare il diktat del ‘capo-var’, Valeri. Il 3 dato ai due protagonisti dai commentatori nazionali è significativo.
Ora però si deve guardare avanti, il calendario non è facile. Empoli, Atalanta e Monza in trasferta, Udinese e Inter in casa.
L’essere uscita a “testa alta”, servirà però a far dire: oggi tutto è cambiato. Si può fare di più, molto di più.
Vittorio Sirianni