Atalanta-Genoa, settimo sigillo firmato Blessin
Settimo sigillo. Firmato Blessin. Ancora un punto, che servirà forse poco, ma ha dimostrato che oggi il Genoa può affrontare qualsiasi avversario (anche il cosiddetto “grande”) senza paura, convinto anche di fare possibili vittorie.
Pareggi contro Inter, Atalanta e altre grandi dimostrano che oggi la squadra ha la sua identità. Se Blessin fosse arrivato a inizio campionato, con questo percorso il Grifo sarebbe tranquillamente fuori dalla mischia per non retrocedere.
Nel calcio, si sa, però che con i “se” e con i “ma” non si arriva da alcuna parte. E allora oggi bisogna solo accontentarsi di queste prestazioni, sperando ancora in un miracolo e guardando avanti (come dice sempre la società) senza alcun timore di quello che potrebbe accadere (vedi retrocessione). La società ha ribadito, con grande onestà intellettuale, che il Genoa sarà sorretto sempre da ogni punto di vista, succeda quel che succeda.
I dati positivi ci sono: i giocatori, soprattutto i nuovi, stanno dimostrando di inserirsi bene, con coraggio, con qualche sbavatura, ma nell’insieme con ottimi risultati.
L’allenatore si dice soddisfatto, i tifosi continuano ad applaudire e davvero sembra incredibile questa situazione: squadra al penultimo posto, grande consapevolezza e nessuna drammatizzazione da parte della società e il tifo accanto alla squadra come mai si era visto.
Gli stessi giocatori sono molto motivati. Sentite Sirigu: “Dobbiamo continuare così, cattivi e determinati. Blessin ha cambiato gioco e ha dato carica, coraggio, impeto e voglia di vincere. Cerchiamo una vittoria, arriverà giocando così”.
Eccolo l’anziano Sirigu, che tante volte, dalle nostre parti, è stato contestato (è una delle caratteristiche del mondo rossoblù…) e che puntualmente salva le partite.
Non è doc, ma “sir - nelle mie mani”. Già, nelle mani che salvano gare su gare e che prendono solo due gol in sette partite. Colui che anche a Bergamo ha salvato un gol quasi sicuro di Pasalic. Non si dimentichi che è portiere della Nazionale, che se Donnarumma continuerà a fare ‘cappelle’’, sarà l’uomo di fiducia di Mancini.
Da Siniscola, comune dove venne scoperto, Sirigu è oggi l’uomo che tenta di salvare il Grifo. Non dimentichiamo che a gennaio contro la Fiorentina ha parato un rigore nientemeno che al colosso Vlahovic. Soltanto Bonazzoli e Henry lo hanno battuto quest’anno.
E’ giocatore ammirevole e la sua esperienza è oggi la componente fondamentale nel percorso-fiducia che Blessin chiede ai suoi uomini. E poi, per noi, possiede una qualità assoluta: non ha social e odia la matematica (quindi quei maledetti numeri della tattica…dei tiri in porta, degli assist, dei chilometri percorsi…). Un campione dunque, e attenzione a non sottovalutarlo.
Si diceva dei se e dei ma: già, pensate se appena arrivati, gli americani, avessero visto meglio le lacune della squadra e avessero capito che l’unico buco da chiudere era quello del centroavanti. Bastava quello, oggi, per avere una squadra a medio livello e senza paure di retrocedere. Un solo nome: un bomber che i conoscitori del mercato come Spors e lo stesso Blessin avrebbero dovuto trovare fra i mille giocatori stranieri, quelli, o uno di quelli, che vediamo puntualmente nelle squadre di Champions o di League.
Ora mancano nove partite, 6 punti dal quartultimo, a 25 c’è il Cagliari. Tutto è, sulla carta, ancora possibile. Intanto, senza drammatizzare, i “777” hanno comprato lo Standard Liegi per 70 milioni, avendo già il Vasco de Gama, il 15% del Siviglia, il red Star e (secondo voci di corridoio) anche qualche contatto con la Samp.
Non sembra tutto ‘paranormale’ questo mondo americano-tedesco-genoano?
Vittorio Sirianni