Genoa, Zangrillo: “Il primo punto non si scorda mai”
Appena prima della partenza dei rossoblù per Udine, ecco un delizioso e dolcissimo episodio in un giardino di Molassana: un vigile che recupera gli animali selvatici, trova, spaventato e rannicchiato su se stesso, un piccolo grifoncino, esausto, con gran voglia di tornare a volare e assaporare un po’ di cibo.
Il vigile (tifoso rossoblù?) lo accarezza e lo salva. Ecco: a qualcuno è sembrata una premonizione di quello che i grifoncini rossoblù, affamati e stravolti, senza cibo (ovvero punti) avrebbero ottenuto sul campo udinese. E così è stato.
Nulla di trascendentale, sia chiaro, ma la gara con i friulani ha dimostrato, almeno, che pur nei grandi limiti tecnici della squadra, la “cura” Sheva almeno sul piano psicologico e anche tattico, sta trovando una sua dimensione. Intanto la difesa si sta consolidando, si gioca un po’ più generosamente in avanti, si sta forse (diciamo forse) trovando un regista semi-illuminato, per ora, che si chiama Rovella. Si gioca con maggior consapevolezza nei propri mezzi, non si difende solo, ma si tenta di contrattaccare. Purtroppo si sbagliano gol che anche una nonnina novantenne getterebbe in porta.
Peccato: d’altra parte una squadra come il Genoa dovrebbe sapere che, durante una partita, le occasioni facili che possono capitarle sono limitatissime, per cui non si dovrebbe sbagliare.
Il clima, comunque, è migliorato e la sensazione è che Sheva qualche risultato lo cominci ad avere: specialmente sul modo di schierare la formazione, bloccandola il più possibile, come accade per la difesa (se non sbagliamo è la prima volta che la difesa gioca sempre con gli stessi tre giocatori).
Naturalmente il clima, nonostante la classifica, possiamo dirlo, pessima, è supportato in chiave distensiva anche dal vertice societario, se è vero come è vero che il presidente Zangrillo si lascia andare a simpatiche battute distensive, come: “Il primo punto non si scorda mai!”. Chissà se lui non si scorda mai della sua prima rianimazione!
Adesso, però, bisogna gettarsi nella realtà del campionato e guardare cosa aspetta il Grifo, da domenica in poi, Milan, Juventus, derby, Lazio e Atalanta.
Sheva, per rasserenare, ha scomodato anche un antico grande scrittore russo (lui ucraino, strano che si fidi dei russi) tirando fuori lo slogan: “Per il successo servono due parole: tempo e pazienza”.
D’accordo, ma attenzione, che se il Genoa in questo ultime cinque partite non racimola una manciata di punti, finisce che chiuderà il girone in difficoltà e recuperare nel ritorno tanti punti non sarà facile. Quindi tempo non ve ne è tanto, mentre sulla pazienza ognuno deciderà su se stesso.
Il punto di Udine fa certamente sperare, ma non dimentichiamo che alla squadra continuano a mancare giocatori significativi, Criscito, Maksimovic, Caicedo, Destro, Kallon e Fares, tutti indisponibili ancora. I sostituiti, dobbiamo riconoscerlo, hanno dato molto e non hanno fatto rimpiangere gli assenti, riuscendo con tanta Forza d’animo, portare a casa un punticino.
Ekuban, purtroppo, avrà ancora sulle spalle il carico offensivo (per fortuna il Milan avrà Romagnoli squalificato), certo se riuscisse ad avere una palla… a porta vuota… sarebbe per lui un grande riscatto. Per il resto Sheva cercherà di infondere ai suoi quella sua clama tattica, e dolcezza psicologica (ma lo avete visto il suo sguardo languido che non cambia mai?) infondendo sicurezza e ordine anche mentale nei suoi ragazzi.
I tifosi, per fortuna, stanno con lui, mercoledì ser chissà che, tutti insieme, si possa mandare il diavolo all’inferno.
Vittorio Sirianni