La Sampdoria di Tinto Brass
Massimo Ferrero il Carneade (non è quello della Nutella) che ha acquistato la Sampdoria da Edoardo Garrone,
il produttore romanesco che è nato al Testaccio e ha sposato una caciottara, ha prodotto "La Chiave" con Stefania Sandrelli, il film più famoso di Tinto Brass. Per i maligni è stato facile unire il suo nome a quello del regista più erotico del cinema italiano: la Sampdoria di Tinto Brass.
Certo questo Ferrero romano de Roma ha un look ben diverso da quello dei vecchi presidenti della Sampdoria, a cominciare dallo stesso Edoardo Garrone. Ma Garrone assicura che l'acquirente ha superato diversi filtri e noi dobbiamo fidarci di lui, che prima di essere presidente è stato tifoso. Aveva detto che avrebbe lasciato la Sampdoria in buone mani.
Non è stato un esordio fortunato perché, mentre a Genova veniva incoronato presidente della Sampdoria, a Busto Arsizio patteggiava una condanna a 22 mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta. Il Tribunale ha accettato il patteggiamento perché si è impegnato a restituire 11 milioni che secondo l'accusa aveva trattenuto. Con i cronisti ha scherzato facendo vedere le tasche vuote. E ha detto che è alla ricerca di un monolocale perché di più non può permettersi.
Si sa però che per acquistare la Sampdoria non si è certo svenato. Il disavanzo era di 60 milioni. La famiglia Garrone, per togliersi questo peso, ne ha tirati fuori la metà. Non vedevano l'ora di uscire dal calcio. A figurare era Edoardo, ma i Garrone sono 6 poi ci sono i Mondini (tutti genoani meno Monica, tra l'altro) erano stufi di gettare nella Sampdoria gli utili della Erg. Edoardo si era impegnato con i familiari a trovare un acquirente. L'ha trovato a Cinecittà. E' il produttore de "La Chiave". Nasce la Sampdoria di Tinto Brass.
Elio Domeniconi