Preziosi vuole vendere!
E' difficile capire cosa vuol fare Enrico Preziosi. Perché un giorno dice una cosa e il giorno dopo un'altra.
Dopo le indiscrezioni de "Il Lavoro-Repubblica" e del "Corriere Mercantile" ha smentito di voler cedere il Genoa, giura che tutt'al più cerca un socio forte. Qualche mese fa aveva annunciato di averlo trovato in Rosati, allora presidente del Varese. Rosati era stato presentato in pompa magna, sua moglie aveva spiegato ai giornalisti che suo marito era pronto, in tutti i sensi, a fare il numero uno. Ma Rosati è stato una meteora, non viene nemmeno a vedere le partite.
Personalmente credo in Gessi Adamoli, che conosco da quando era ancora un aspirante giornalista e che a "Il Lavoro" per anni mi ha fatto da spalla. Gessi potrebbe scrivere di tante cose. Avrebbe potuto andare a Milano o a Roma e con "Repubblica" avrebbe avuto una ribalta nazionale. Ma per Adamoli il giornalismo si identifica nel Genoa. Ha fatto il giornalista proprio per poter scrivere del Genoa. Del resto suo nonno di cui porta il nome, il senatore Gelasio Adamoli, in un'intervista mi aveva rivelato che quando aveva lasciato il natio Abruzzo per studiare medicina (il medico l'ha poi fatto il padre di Gessi) aveva scelto Genova non per la fama del nostro Ateneo ma perché qui avrebbe potuto vedere dal vivo Renzo De Vecchi, il "figlio di Dio" che era il suo idolo.
Io ho fatto il giornalista per tanti anni perché ogni giorno scrivevo di un argomento diverso. Avessi dovuto scrivere tutti i giorni del Genoa, sarei finito al manicomio. Ma Gessi è felice così. E pensando ogni giorno al Genoa, sa tutto della sua squadra del cuore.
Adamoli ha scritto che Preziosi deve cedere il Genoa perché in cassa non ci sono soldi e ogni giorno spuntano creditori da tutte le parti. Ha individuato in un dirigente del gruppo Ubs, sede di Lugano, il mediatore dell'operazione, e io gli credo. Ha senz'altro sbagliato a scrivere che la decisione definitiva sarebbe stata presa ieri.
Posso portare una testimonianza per confermare la volontà di Preziosi di tagliare la corda. In tribuna d'onore a fianco del presidente c'è sempre Maurizio Mascia, grande avvocato e grande genoano. Alla fine degli anni 70 quando era ancora all'università ed era incerto se fare l'avvocato o il giornalista, il giovane Mascia venne a imparare il mestiere a "Il Buongiorno" (che è stato una grande scuola di giornalismo). Con lui c'era un altro giovane, Salvatore Primicerio, al quale poi il direttore Cesare Lanza cambiò il nome in Primo Salvi perché il suo era troppo lungo. Io ero il responsabile dei servizi sportivi.
Mascia e Primicerio sono rimasti amici, il primo aveva poi deciso di fare il penalista, il secondo dopo essere stato assunto da Tuttosport decise di fare il manager a livello internazionale (con residenza a Montecarlo). E proprio nel Principato di Monaco, tempo fa, mentre in occasione di un sorteggio stava parlando con un ricco indonesiano che era pronto a comprare la Sampdoria, venne intercettato da un collaboratore di "Tuttomercato" che spifferò tutto e fece saltare l'operazione proprio alla vigilia dell'incontro di Primicerio con Edoardo Garrone.
Primicerio aveva trovato un acquirente anche per il Livorno, il serbo Mandaric col quale da anni opera in Inghilterra. Aldo Spinelli era già d'accordo, ma il figlio Roberto voleva qualche milione in più e così saltò tutto.
Ebbene tempo fa Mascia telefonò a Primicerio-Salvi per chiedergli se aveva sottomano un nababbo pronto a comprare il Genoa.
E questa indiscrezione conferma che Preziosi non vede l'ora di lasciare il Genoa. Deve pensare a Giochi Preziosi.
Elio Domeniconi