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La Congiura del Fiesco fa il tutto esaurito

Il centro di Genova farà un bagno nel Rinascimento, con costumi e allestimenti in tema. Accadrà in piazza San Lorenzo dal 19 giugno al 4 luglio. Sarà uno straordinario allestimento per un’opera che ha come protagonista Genova stessa. Balli in maschera e duelli, grandi passioni, rivolte e tradimenti. E soprattutto Genova con la sua grandezza e il suo spirito di indipendenza. C’è tutto questo nella nuova produzione del Teatro Nazionale di Genova che, nell’ambito dei festeggiamenti per i 70 anni di storia dalla fondazione del Teatro Stabile, presenta in prima nazionale “La congiura del Fiesco a Genova” di Friedrich Schiller in Piazza San Lorenzo dal 19 giugno al 4 luglio 2021. Uno straordinario allestimento site specific con la regia di Carlo Sciaccaluga (che firma anche una nuova traduzione del testo) per l’opera del grande drammaturgo tedesco, ispirata a una vicenda storica realmente accaduta quasi cinquecento anni fa nella Repubblica di Genova. Lo spettacolo è realizzato in collaborazione con il Comune di Genova e la Regione Liguria e vede Iren come sponsor principale.
«Dopo un anno non semplice da tanti punti di vista, poter tornare a teatro, a godere di spettacoli dal vivo, rappresenta un altro importante passo verso quella "normalità" che abbiamo tanto atteso e per la quale abbiamo combattuto, giorno dopo giorno, modificando il nostro modo di vivere» afferma il sindaco di Genova, Marco Bucci. «Non a caso tutti i posti disponibili per lo spettacolo sono andati esauriti in pochi giorni: è il segno della grande voglia che abbiamo di riappropriarci degli spazi della città e delle nostre abitudini. I genovesi potranno riscoprire l’orgoglio delle proprie origini e della propria identità, rivivendo appassionanti eventi rappresentati proprio nei luoghi in cui sono realmente accaduti».

«La congiura del Fiesco è il riconoscimento della centralità di Genova nella storia. Per questo lo sforzo produttivo del Teatro Nazionale di Genova, nella celebrazione dei suoi 70 anni, ha un doppio significato: quello di riportare il teatro in piazza, all'aperto, seguendo l'impostazione già tracciata con il T.I.R. lo scorso anno, con una valenza anche di attrazione per il pubblico più consolidato ma anche per i turisti; il secondo è quello di porre le basi per una produzione che possa diventare stabile, distintiva, quasi obbligatoria per chi, visitando la nostra regione vuole scoprire a fondo le sue radici, il suo valore culturale che si rinnova» dichiara Ilaria Cavo, Assessore alla Cultura e Spettacoli di Regione Liguria.
«Il celebre drammaturgo tedesco ha scritto La congiura del Fiesco a Genova ispirandosi a una vicenda storica che ci appartiene, ambientata nei luoghi che ci sono così familiari.  Paradossalmente, però, quest’opera è molto più nota altrove che a Genova. È una delle responsabilità del Teatro Nazionale di Genova consegnare al proprio pubblico i grandi testi della letteratura teatrale» afferma Davide Livermore, direttore del Teatro Nazionale di Genova, che con questa produzione porta a realizzazione quello che era stato un desiderio anche dello stesso Ivo Chiesa. «Nei 70 anni di storia del Teatro Stabile, oggi Teatro Nazionale, La congiura del Fiesco di Schiller non era mai stata messa in scena. Siamo particolarmente felici di poterlo fare adesso in un contesto altamente spettacolare e popolare come quello di Piazza San Lorenzo. Ed è giusto che i genovesi facciano proprio questo capolavoro: dobbiamo essere fieri del fatto che questa città è stata un modello nella storia e una fonte di ispirazione per l’arte. Genova deve usare la straordinarietà di eventi teatrali come questo per aprirsi all’internazionalità e raccontare come il desiderio di bellezza, arte e teatro qui sia vivo più che mai».La vicenda narrata da Friedrich Schiller, basandosi su precise fonti storiche, si apre all’alba dell’anno 1547. Andrea Doria ha ottant'anni; nonostante non mantenga nessuna carica ufficiale, domina incontrastato la scena politica genovese. Il nipote Giannettino aspetta con ansia il proprio momento: vorrebbe rovesciare la Repubblica, farsi Duca di Genova e governare da solo. Le speranze degli oppositori - preoccupati che un’unica famiglia accentri il potere e che le antiche libertà della Repubblica siano a rischio - sono riposte in una sola persona, il giovane Conte di Lavagna, Gianluigi Fieschi, che nella notte tra il 2 e il 3 gennaio metterà in atto una sanguinosa congiura.Nel 1783, quando Schiller scrisse La congiura del Fiesco a Genova, la città era ancora una repubblica, l’unica insieme a Venezia a essere rimasta politicamente indipendente sin dal Medioevo, resistendo a re e imperatori. Un fatto che certamente colpiva la sensibilità del ventiquattrenne autore, esponente dello Sturm und Drang: al centro della sua versione, peraltro in gran parte aderente ai fatti realmente accaduti, troviamo il conflitto tra potere e libertà e un eroe combattuto tra le rivendicazioni democratiche e la propria ambizione.

 

La congiura del Fiesco a Genova di Friedrich Schiller versione italiana e regia Carlo Sciaccaluga 

Personaggi e interpreti

Andrea Doria, principe di Melfi: Andrea Nicolini

Giannettino Doria, suo nipote: Aldo Ottobrino

Fiesco, conte di Lavagna: Simone Toni 

Verrina, congiurato repubblicano: Roberto Serpi

Borgognino, congiurato: Francesco Sferrazza Papa

Calcagno, congiurato: Marco Grossi

Lomellini, nobile genovese: Silvia Biancalana

Muley Hassan, moro tunisino: Maurizio Bousso

Eleonora, moglie di Fiesco: Barbara Giordano

Giulia, sorella di Giannettino Doria: Irene Villa

Berta, figlia di Verrina: Chiara Vitiello

Arabella, cameriera di Eleonora: Melania Genna

 

scene e costumi Anna Varaldo

musiche Andrea Nicolini

dal 19 giugno al 4 luglio 

 

Paolo Fizzarotti

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