Il silenzio di Biasotti
Forse a qualcuno di voi è sfuggito il silenzio di Sandro Biasotti. Credo che invece sia il caso di evidenziarlo.
Biasotti è l'unico parlamentare ligure del Popolo della Libertà (gli altri due sono foresti imposti con la forza dalla direzione centrale). Possiamo dire che è il leader del partito nella nostra regione.
Dopo la condanna di Berlusconi da parte della Cassazione, tanti hanno cercato di mettersi in mostra, con dichiarazioni di fuoco contro la magistratura, qualcuno ha invitato addirittura alla guerra civile. Altri si sono fatti fotografare a Roma per il nuovo folkloristico raduno.
Biasotti, no. Non è andato a Roma a sbraitare contro i magistrati. Non ha rilasciato dichiarazioni. No comment.
E in queste circostanze una persona di buon senso, un vero democratico, cosa può dire. Ufficialmente il nostro è uno Stato di diritto. C'è la divisione dei poteri che dovrebbe essere una garanzia per tutti.
All'università insegnano che le sentenze si possono discutere, c'è l'appello e poi la Cassazione. E sino alla decisione della Suprema Corte c'è la presunzione di innocenza per l'imputato. Poi quando la sentenza diventa definitiva, piaccia o non piaccia, bisogna accettarla.
Non conosco gli atti del processo che ha portato alla condanna di Berlusconi, quindi non sono in grado di esprimere un giudizio. Faccio solo una considerazione. Quegli atti sono stati letti e studiati da una sfilza di magistrati nei tre grandi di giudizio. Possibile che fossero tutti acerrimi nemici del Cavaliere. A meno che non si parta dal presupposto che Berlusconi deve essere assolto a prescindere?
Un uomo onesto, un sincero democratico come Sandro Biasotti cosa avrebbe potuto dire?
Per questo il suo silenzio deve essere apprezzato.
Elio Domeniconi