I politologi di professione, secondo me, hanno sbagliato a non dare importanza a una frase di Beppe Grillo

che permette di dare un senso positivo al Movimento 5 Stelle. La frase, ignorata dai grandi opinionisti, è questa: ho evitato la violenza.

Occorre collegarla agli Anni di piombo e a quanto successe in quel periodo, ai morti che ci furono, alle stragi. Al Liceo Mazzini di Sampierdarena, con me, c'era quello che doveva diventare un ideologo delle Brigate Rosse: il professor Gianfranco Faina. Quante discussioni, prima all'Oratorio dei salesiani di Don Bosco, e poi nei circoli di sinistra, dove si poteva fare cultura. Quante riflessioni, nelle "vasche" in via Cantore, dove ci ritrovavamo nel tardo pomeriggio. Poi al Mazzini arrivò anche Enrico Fenzi, il che dimostra che le Br avevano una matrice intellettuale.

Il ragionamento era questo: la nostra società è da cambiare, ma con il voto non ci si riesce. Occorre il mitra. Anch'io ero di questo avviso ma non ho mai accettato una soluzione del genere. Guai se si arriva al mitra, crolla tutto. Però le BR avevano tanti fiancheggiatori proprio perché erano in molti a desiderare una nuova società.

Ma chi, come me, è cresciuto nel clima post-Resistenza ha sempre pensato che la società va cambiata con sistemi democratici, cioè con il voto.

E' quello che ha fatto Beppe Grillo. Io che lo conosco  da quando si esibiva con i Ragazzi di Piazza Martinez, che avevano come regista il mio amico Marco Paolo Pavese, non avrei mai immaginato che arrivasse a compiere un'impresa del genere. Fare una rivoluzione. L'ha fatta senza spargimento di sangue. Quindi tanto di cappello.

Ma ora per lui viene il bello, cioè il difficile. Deve dimostrare che anche un comico può guidare l'Italia. E che i grillini sono in grado di cavarsela anche in Parlamento.

Se ci riuscirà, guidato da un guru come Gianroberto Casaleggio, che sembra la brutta copia di Maria Paolo Profumo, sarà degno di passare alla storia.

Personalmente resto scettico. Però lo ringrazio perché ha fatto la rivoluzione senza imbracciare il mitra.

Elio Domeniconi

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