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Mi tappo il naso

L'indecisione è finita: vado a votare. E voterò Pdl. Entrando in cabina con la scheda in mano, mi tapperò il naso.

Come faceva il grande Indro Montanelli. Quando votava Dc.

Indeciso lo ero diventato negli ultimi tempi. Prima ero categorico: basta, non voto più. Questa politica mi ha nauseato.

Poi ho riflettuto: voto da quando avevo 21 anni, perché questa era la data della maggiore età. Ho sempre votato, cambiando spesso simbolo .Perché non ho mai avuto tessere di partito. Ho sempre votato gli uomini, allora si potevano dare le preferenze. Da tempo quella libertà ci è stata tolta. Sono i segretari di partiti a decidere chi deve andare al Parlamento. Perché nella scheda c'è un ordine prestabilito. Un'assurdità. Tutti si erano detti pronti a riformare questa legge elettorale, poi non se n'è fatto nulla. Perché ai partiti conviene mantenere questo potere. Se non è dittatura, poco ci manca.

Certo la mia generazione di delusioni ne ha avute molte. Non avrei mai immaginato che Gianfranco Fini, un ex-fascista (entrato in Parlamento con il Movimento Sociale Italiano, guidato da Giorgio  Almirante, ex Repubblica di Salò) potesse diventare Presidente della Camera dei Deputati e che Giorgio Napolitano (un ex comunista entrato a Montecitorio con il Pci) arrivasse addirittura alla Presidenza della Repubblica. Ho visto entrare al Quirinale personaggi che hanno fatto rimpiangere la monarchia.

Mi sono accorto che i referendum sono una presa in giro. Avevo votato contro il finanziamento pubblico dei partiti e per l'abolizione della caccia. I partiti hanno modificato la legge e tutto è rimasto come prima.

Fare politica è diventato un lavoro, un lavoro che in pochi anni fa arricchire, anche perché c'è modo di arrotondare. Poi ci sono i vitalizi, che fanno rabbrividire.

Ma se si sceglie di non andare a votare, è ancora peggio, i partiti hanno via libera in tutti i sensi. E poi all'Università ci insegnavano che votare, prima ancora che un diritto, è un dovere. E allora andiamo a votare. Ma per chi?

Volevamo il bipolarismo, come avviene in tanti paesi civili. Da noi i partiti continuano ad aumentare, alcuni ricordano anche nel nome la spensierata goliardia.

A sinistra non voto più da quando ho scoperto come si vive nei paesi dell'Est. Ora al vertice c'è un Pierluigi Bersani che, con tutto il rispetto, mi ricorda più i salumieri dell'Emilia che gli esponenti della vecchia nomenklatura. Mario Monti è stato una grande delusione, il suo comportamento ha sconcertato anche chi lo aveva accolto con simpatia. Pierferdinando Casini si presenta come difensore della famiglia ma si è sposato due volte. Conosco Beppe Grillo da quando vendeva jeans, ho scritto di lui chissà quanti articoli. E vi posso assicurare che può votare per lui solo chi non lo conosce. Oscar Giannino mi ricorda Gianluigi Marianini che divertiva per il suo atteggiamento, ma almeno non diceva bugie.

Il mio punto di riferimento era Alfredo Biondi, l'hanno fatto fuori perché era un vero liberale. Oggi tutti si proclamano liberali, ma il Pli di Benedetto Croce e Luigi Einaudi era un'altra cosa.

Conosco Silvio Berlusconi da quando era ancora un fighetto appassionato di calcio. Nel 1972 (dicesi 1972, 41 anni fa ) scrivevo sul Guerin sportivo che solo lui avrebbe potuto salvare il Milan. Allora voleva sfondare nell'edilizia poi ha fatto fortuna con la tv. Tanti grossi calibri della Finanza con le tv ci hanno lasciato le penne, lui ci guadagna. La Rai perde cifre folli e ha il canone.

Quando mi incontrava nella tribuna stampa di San Siro mi diceva: Domeniconi, lei può chiedermi quello che vuole. Ovviamente non gli ho mai chiesto nulla. I suoi amici di oggi mi hanno dato la sua mail personale,non l'ho mai usata.

Certo di quanto è successo nel Pdl da qualche anno a questa parte non ho condiviso quasi niente. Ma votare Pdl mi consentirà di riportare a Montecitorio una persona che stimo, Sandro Biasotti (FOTO). E un successo del Pdl può far tornare in Parlamento un vecchio amico (ero amico di suo padre Giorgio) Roberto Cassinelli. Uno che si è dedicato alla politica dopo essersi affermato nella professione (è il politico ligure che guadagna di più).

Per Biasotti e Cassinelli avrei votato anche se avessero ripristinato le preferenze. E allora domenica mi tappo il baso ed entro in cabina.

Elio Domeniconi

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